È certo che da qui a Novembre Trump, indipendentemente dall’attacco di Coronavisus, penserà esclusivamente al voto

Per Trump, ci chiediamo, c’è un limite? Da quando si è reso conto che il coronavirus ha messo a tappeto la sua strategia elettorale centrata sui suoi risultati economici, ha avviato un vero e proprio bombardamento rivolto in tutte le direzioni, sfogandosi, come è suo stile, nel cercare di demolire i suoi avversari con ogni mezzo. In poco tempo ha accusato conduttori televisivi che lui riteneva ostili, ha bollato come risultati truccati elezioni svolte in California, ha dato gratuitamente dell’incompetente al precedente Presidente USA Obama, ha continuato ad attaccare Biden dandogli dell’addormentato, coadiuvato in tale iniziativa da suo figlio ritenendo Biden un pedofilo. Per la verità “questo” Trump non è una novità in fatto di comportamenti. Anche nelle elezioni del 2016 il Donald era aggressivo con la differenza che allora non aveva poteri ed ora è il Presidente in carica che non solo ha pieni poteri ed ha dedicato negli ultimi tre anni una attività incessante per indebolire il sistema dei controlli e contrappesi del “commander- in- chief”, sui quali si basa la democrazia USA.

Dalla Federal Reserve, che perde autonomia (sta diventando un braccio operativo del Tesoro), a scienziati  ed  epidemiologi che sono stati esautorati  dal “principe” in quanto hanno rilasciato dichiarazioni non gradite da Trump, agli Ispettori generali dei Ministeri che vagliano sul corretto funzionamento dei vari rami dello Stato, cacciati quando denunciavano delle irregolarità, l’attività “distruttiva” di Trump non ha avuto soste.

I fronti più drammatici nei prossimi 5 mesi di campagna elettorale riguardano la giustizia ed i rapporti con l’estero, soprattutto con la Cina. Da qui a novembre, Trump, penserà solo al voto ed ogni problema sarà gestito in tale ottica. La Cina sarà il suo bersaglio preferito. Ed è chiaro perché da lì, secondo Donald, è partito il virus che potrebbe mettere in vera crisi la sua campagna elettorale. Sparando a zero sulla potenza asiatica è un modo per nascondere le sue gravi carenze circa la mancata intelligente risposta USA ALL’EMERGENZA Covid-19.

Ci chiediamo se quelle di Trump saranno solo schermaglie diplomatiche che il Donald spende sul campo elettorale o si intende andare oltre verso una vera guerra fredda, con l’intendimento di coinvolgere anche coloro che ancora sono partener degli Stati Uniti d’America? Il rischio di passi azzardati dalle conseguenze imprevedibili è da tenere molto presente. E’ da prendere in considerazione la proposta di legge presentata al Senato dalla Maggioranza Repubblicana, che autorizzerebbe sanzioni contro la Cina, se tale Paese non smantellerà i mercati animali dai quali, secondo gli USA, sarebbe partito il virus. Se dovesse continuare a perdere terreno nei sondaggi Trump potrebbe essere tentato di usare in modo ancor più pesante i suoi poteri. Ciò, però, potrebbe spaventare gli elettori moderati ed indipendenti e Biden, con l’aiuto di Obama, “rischierebbe” di vincere.

Salvatore Randazzo