Una storia più milanese di quanto si creda

I Magi erano uomini di scienza, seguaci di Zoroastro, astronomi e interpreti dei moti celesti. Perciò, come ci viene detto nel Vangelo di Matteo, quando a quel tempo apparve una stella, non esitarono a mettersi in marcia dall’Oriente in cui abitavano, poiché sapevano che quello era il segno per andare ad adorare il Re dei Giudei. La stella (più probabilmente una triplice congiunzione astrale fra pianeti quali Giove e Saturno) fu guida fisica nella tradizione evangelica, ma anche spirituale. A partire da una scoperta astronomica, i Magi si misero in cammino per ricercare la Verità cui anelavano: Gesù bambino, la nuova luce del mondo, e gli resero omaggio diventando – loro uomini di scienza – uomini di fede.

Certamente i Magi non avrebbero mai pensato di compiere altri viaggi, loro malgrado, trasportati verso una lontana città dell’Occidente chiamata Mediolanum, l’odierna Milano. Il designato vescovo di Milano, Eustorgio, che aveva ricevuto in dono dall’imperatore Costantino le loro reliquie (trovate dalla madre Elena), si dice le abbia trasportate su un carro trainato da mule, destinato al primitivo Duomo di Milano, ma che, alle soglie della città, il carro si sia fermato: Era all’incirca l’anno 344. Proprio passando per quella stessa strada tre secoli prima, secondo la tradizione, S. Barnaba era entrato in Milano per recare l’annuncio del Vangelo, battezzando i nuovi catecumeni lì vicino (un’attestazione del primitivo fonte battesimale si trova tuttora in Piazza S. Eustorgio, 8). E’ anche per questo motivo che ogni nuovo arcivescovo della città, al momento di insediarsi, passa prima nella chiesa lì costruita, S. Eustorgio, e solo dopo si reca in Duomo.

Eustorgio fece dunque edificare in quel luogo una chiesa che potesse custodire ed onorare le reliquie, conosciuta nei tempi successivi come Basilica Magorum e oggi con il nome del vescovo (su uno dei capitelli è perfino raffigurato Eustorgio con il carro e le mule). Lì i Magi restarono fino al 1164, quando Federico I, più noto con il nome di Barbarossa, decise in accordo con l’arcivescovo di Colonia, Reinald Von Dassel, di trafugare le spoglie dei Magi (pratica diffusa nel Medioevo) durante il suo passaggio a Milano e di portarle nella città del sacro romano impero germanico. Di nuovo in viaggio i Magi, ancora una volta non per loro volontà, verso Colonia. Durante la loro assenza, i milanesi tentarono di consolarsi apponendo nel XIII secolo, in cima al campanile, la stella che tuttora svetta ad indicare la sede delle reliquie.

Anche altre spoglie sacre, in attesa di quelle dei Magi, vennero accolte in S.Eustorgio: Quelle del predicatore domenicano S. Pietro da Verona, martirizzato in quel di Seveso nel 1252, e riposto nella monumentale cappella Portinari (dato che la Basilica era diventata un importante convento domenicano) e quelle di S. Eugenio (oggi venerabili nella seconda cappella a sinistra), vescovo d’oltralpe, caro agli ambrosiani per aver difeso la validità del loro rito davanti a Carlo Magno e a Papa Adriano I.

Desiderosi, tuttavia di riavere le spoglie dei Magi, i cittadini tentarono di riportarle nella loro città senza alcun esito fino al 1903, quando il Cardinal Ferrari, arcivescovo di Milano, d’accordo con il suo omologo di Colonia, riuscì ad ottenere la restituzione di una piccola parte, che all’Epifania del 1904 rientrò nella basilica di S. Eustorgio. Ancora una volta, anche se mutilati, i Magi affrontarono instancabilmente l’ennesimo, ma non ultimo, viaggio.

Ogni anno, infatti, fin dal lontano 1336 (come è stato attestato dallo storico milanese Galvano Fiamma), si organizza a cura della parrocchia di S. Eustorgio un corteo storico in costumi d’epoca con partenza dal Duomo, tappa a S. Lorenzo per l’incontro con l’insidioso Erode e arrivo a S. Eustorgio per rievocare il cammino dei Magi verso il Salvatore del mondo.

Il corteo si è svolto ininterrottamente fino ad oggi salvo l’interruzione voluta da San Carlo ai tempi della peste di Milano del 1576 e degli eventi bellici del XX secolo; è stato riproposto nel 1960 da Giovan Battista Montini, arcivescovo di Milano e non più sospeso fino ai giorni nostri (anche se nel 2021 è stato fortemente ridimensionato a causa del Corona Virus).

Per far sì che questa storica manifestazione non vada perduta, insieme ad alcuni amici abbiamo fondato l’associazione “Amici dei Magi in Sant’Eustorgio” (www.magorumfriends.it) al fine di far convergere intorno ad essa simpatizzanti e sostenitori che rendano duraturo nel tempo questo bellissimo esempio di testimonianza e per approfondire nel contempo la loro conoscenza!

Così facendo rendiamo possibile la continuazione del cammino dei Magi, ricordando a tutti che la ricerca di Gesù non si ferma mai e si rinnova continuamente, anche se costa … un lungo viaggio!

di Natale Stefano Puleo (Coordinatore Associazione Amici dei Magi nella Parrocchio di sant’Eustorgio a Milano)