Con urgenza bisogna affrontare anche la dolorosa congiuntura economica, il Recovery, le aziende in crisi, l’occupazione favorendo l’innovazione 

La pace armata tra le forze politiche, derivante dalla nascita del Governo Draghi, certamente non andrà avanti all’infinito. Purtroppo, e comunque meglio poi, si tornerà alla conflittualità che ormai conosciamo. Ci si dovrebbe subito lasciare alle spalle i ritardi precedentemente accumulati ed affrontare il tempo di tregua per  mettere da parte la “non operatività” della precedente legislatura populista che ha generato una diffusa confusione ed inadeguatezza, portando con competenza a soluzione: I problemi derivanti da una congiuntura economica in grave crisi, il Recovery, lo stato precario in cui versano la gran parte delle aziende, l’occupazione sempre più evanescente. E’ tempo di responsabilità, dell’unità intorno ad una missione, di portare l’Italia fuori dal baratro, dando risposte concrete efficaci ai malati che affollano gli ospedali, ai lavoratori fermi in cassa integrazione, agli imprenditori con aziende chiuse da mesi, al popolo degli artigiani, dei commercianti, dei giovani occupati precariamente. Servono dunque riforme ben strutturate per un futuro migliore non dimenticando però che la gente soffre già ieri.

Le forze politiche hanno il dovere di accompagnare con impegno e solidarietà le scelte che vengono fatte per frenare la circolazione del virus portando avanti velocemente la campagna vaccinazioni, senza ricercare interessi di parte. Bisogna mettere in sicurezza il Paese che la cattiva improvvisazione governativa precedente ha notevolmente aggravato. Il Governo dovrà proteggere tutti i lavoratori, discutendo la materia in un quadro di strumenti adeguati, garanzie sul reddito ed orientamento ad una razionale mobilità. Ha colpito, dopo la decisione del Presidente della Repubblica di affidare a Draghi l’incarico di formare un Governo del Presidente, l’incredibile affollarsi di tutti i gruppi di maggioranza e, quasi, di opposizione attorno al “salvatore” della patria per garantirsi in partenza poltrone del potere. Certamente si nota molto in questa attuale classe politica l’assenza di quella necessaria cultura che riviene prevalentemente da una formazione umanistica e che è causa degli scarsi risultati che sa produrre, dimostrandosi incapace di fare politica nell’unico modo sin qui conosciuto per farlo, indicando giuste soluzioni di governo. Ma c’è dell’altro. Sorprende come nel giro di niente Salvini da apostolo del sovranismo diventi sostenitore di Draghi “senza condizioni”. Diverso il modo di “operare” della “sinistra” (PD, 5Stelle, Leu) che ha sostenuto il secondo Governo Conte e che l’abilità del giovane toscano la ha orbata del loro inutile Presidente del Consiglio, senza forse rendersene ancora conto del favore che ha loro fatto proprio il politico Renzi che loro per invidia odiano. Trascurando, per il momento in quanto c’è molta altra carne al fuoco, la crisi che attanaglia il 5Stelle che rende tale Movimento meno in movimento di prima, se poi mai lo è concretamente stato in senso positivo. Purtroppo, la vera crisi, è nel PD al punto che la Lega minaccia di sottrargli quella funzione di sistema che per il PD è stata la sua principale connotazione. Per il PD forse sarebbe meglio guardarsi in faccia, prendere atto della realtà e fare una traversata nell’Oceano per rigenerarsi integralmente, dotandosi di persone capaci di avere una vera  nuova visione politica capace di migliorare concretamente il Paese, ricordando però che l’Italia spera in Draghi nell’immediato ma per il futuro ha bisogno di una vera ed appropriata classe dirigente.

Articolo concluso mercoledì 24/2/21 alle ore 18

di Salvatore Randazzo