Tale nostra fragilità partitica rende problematica la futura elezione del Presidente della Repubblica per il difficile contesto in cui lo stesso dovrà operare

A nostra memoria non risulta che in passato ci sia stata tanta attenzione, delle forze politiche e dell’opinione pubblica, in ordine alla elezione del Presidente della Repubblica. Mentre adesso tutto sembra “fermo” in attesa della recente prossima elezione.

Il motivo di tale preoccupazione non è da riporre nel fatto che il nostro Stato potrebbe “passare” da una Repubblica parlamentare ad una semipresidenziale.

Si può ben ritenere che da noi la figura semipresidenziale non attira tanto interesse, ma la criticità che emerge è dovuta al fatto che il nuovo Presidente si troverà a gestire la cosa pubblica in un contesto alquanto critico e difficile. Sappiamo, infatti, che il nostro Presidente della Repubblica ha un ruolo di gestore della crisi di Governo e suo compito è quello di dare un Governo al Paese. Se si presentassero delle forti difficoltà dovrebbe sciogliere il Parlamento ed indire nuove elezioni.

Ora, come sappiamo, il Paese è frammentato come mai prima d’ora tanto lo sia stato. Peraltro le nostre forze politiche presentano faglie al proprio interno. Infine, i vertici di partito, non controllano i relativi gruppi parlamentari. Si prevede pertanto che il nuovo inquilino del Quirinale dovrà compiere il massimo sforzo combinatorio. 

Data l’attuale “frantumazione” politica nostrana il prossimo Presidente sarà più frequentemente chiamato a mettere insieme pezzi di forze politiche esperte nel dividersi ed incapaci a sapersi alleare.

E’ evidente che un Presidente così troppo impegnato a dare soluzioni positive a tali criticità politiche potrebbe essere costretto a prestare minore attenzione alla tenuta parlamentare dell’azione di Governo.

Potrebbe non occuparsi in modo ottimale in ciò che riguarda il Consiglio Superiore della Magistratura e nell’essere sufficientemente Custode della Costituzione.

Per tali considerazioni il Paese non può nell’immediato futuro non prepararsi ad una certa instabilità, sperando che venga scelto un Presidente abile nella capacità di persuasione e nell’arte combinatoria. Augurandoci che le sue energie possano essere dedite a tali compiti, non trascurando comunque altri compiti che sono decisamente anch’essi importanti per il Paese.

Ma ciò che si aspettano i cittadini, oltre alla scelta di un ottimo Presidente, è il contributo onesto e competente che la classe politica, per suoi miseri giochi di poteri, non deve far mancare all’Italia, come purtroppo giorno dopo giorno invece avviene, per i propri interessi di bottega, trascurando così i primari bisogni del Paese.

di Salvatore Randazzo