Abbiamo raccolto i pareri delle Onorevoli, Senatrici e Ministri: Boschi, Gelmini, Malpezzi, Tovaglieri, Casellati e Campagna

Violentate, perseguitate, ferite, uccise. Non siamo vittime di raptus o di un impeto di gelosia, siamo uccise perché donne. Dico “siamo” volutamente perché praticamente ognuna di noi ha vissuto un episodio di molestia o di violenza psicologica o fisica nella sua vita. Dico “siamo” perché ciascuna di noi può diventare una vittima. Ma dico “siamo” perché quello che fanno a una donna in quanto donna, lo fanno a ciascuna di noi. Ogni 72 ore avviene un femminicidio, e noi non possiamo arrenderci davanti a questo massacro quotidiano. Mi sono sempre battuta da ministra, da parlamentare, da donna per fermare questa strage e vado avanti convinta, perché tante donne ogni anno si salvano grazie alle politiche messe in campo dallo Stato, grazie al lavoro prezioso dei centri anti violenza, grazie soprattutto al coraggio di denunciare. Abbiamo bisogno di una gigantesca operazione educativa, che parta dalle famiglie e dalla scuola, per insegnare il rispetto dell’altro.

In questa battaglia servono uomini capaci di rappresentare un modello di riferimento positivo, uomini che abbiano il coraggio di dire con forza che la battaglia per i diritti delle donne non è una questione da donne. È una questione di civiltà, di democrazia. Ogni donna ha il diritto di vivere e vivere da donna libera.  Il 25 novembre, la giornata internazionale contro la violenza sulle donne, ci ricorda che la battaglia non è ancora vinta.

Maria Elena Boschi

———————–

Dobbiamo proteggere le donne che trovano la forza di dire basta alla violenza.

Come ha affermato anche il presidente Draghi, la protezione delle donne è una priorità assoluta per il governo e sono convinta che garantire loro una tutela di Stato – nei casi più estremi e con il consenso della vittima – sia la strada più giusta da percorrere.

L’attuale sistema incentrato sulle case rifugio e sui centri antiviolenza è importante, e il Codice Rosso è sempre più decisivo. Ora però è arrivato il momento di fare un passo in avanti, e prevedere a favore della vittima nuove misure di protezione, ma anche un supporto economico, sociale e lavorativo.

Non c’è più tempo da perdere.

Maria Stella Gelmini

—————————-

Da molto tempo, ogni anno, ci troviamo a celebrare questa giornata che come le cronache ci riportano non è più un’emergenza, ma un fenomeno strutturale di un Paese che sembra essersi assuefatto alla violenza contro le donne. È proprio l’attualità che ci costringe a fermarci e riflettere su ciò che accade intorno a noi: ogni tre giorni una donna muore uccisa, spesso per mano dell’uomo a cui è legata da una relazione affettiva. Sui giornali i titoli non finiscono neppure più in prima pagina, tanta è la rassegnazione e l’abitudine a questa brutalità quotidiana. È del tutto evidente che serve un lavoro collettivo perché non si tratta di fatti privati, ma pubblici. Non si tratta di un fenomeno di cronaca ma di un fatto politico che, in quanto tale, deve entrare nell’agenda di qualsiasi governo perché in questa Paese esiste un tema di agibilità del 50 per cento della sua popolazione.

Tanto abbiamo fatto dal punto di vista legislativo, già a partire dalla scorsa legislatura. Tanto fa il lavoro della commissione d’inchiesta sul femminicidio che sul tema della violenza è sempre molto presente e attenta, sollecitando continuamente le autorità. Ma il punto è che per diventare un tema politico centrale deve esserci un’assunzione di responsabilità collettiva di donne e uomini. Gli uomini devono prendere parola e farsi carico di questo dramma. Senza la presa di parola, senza gli uomini che insegnano ai propri figli a rispettare la libertà di compagne e amiche fin dai banchi di scuola, questo cortocircuito non si interromperà mai. Serve una rivoluzione culturale: gli uomini devono accettare la libertà delle donne e imparare a camminare fianco a noi. Facciamolo insieme. Il tempo è adesso.

Simona Flavia Malpezzi

——————————

#25NovembreOgniGiorno, a Busto come in Europa.

In questa seduta plenaria del Parlamento europeo, noi eurodeputate della Lega abbiamo voluto mandare il nostro messaggio di vicinanza a tutte le donne che hanno subito o stanno subendo forme di violenza. L’unica via per uscire da questo tunnel, fatto di crudeltà e sopraffazione, è denunciare, rivolgendosi alle Forze dell’ordine o chiedendo aiuto ai tanti centri antiviolenza, che lavorano quotidianamente su tutto il territorio nazionale. L’impegno concreto della Lega per le donne va ben oltre questa importante giornata di sensibilizzazione, per noi il 25 novembre è ogni giorno.

Isabella Tovaglieri

——————————

I #femminicidi non sono omicidi qualsiasi: sono donne uccise in quanto donne. È una violenza che si nutre di ignoranza, pregiudizi e omertà. Fermare la #violenzasulledonne è una battaglia di libertà, giustizia e civiltà che non possiamo permetterci di perdere.

Nella giornata contro la #violenzasulledonne il Senato si è fermato per riflettere sulla più tragica mattanza del mondo contemporaneo. Senatrici e artiste hanno sostenuto insieme una battaglia che non ha colore politico. Un grido che è un No alla violenza e ai soprusi.

#25novembre

Elisabetta Casellati

—————————–

L’uccisione delle donne, di cui purtroppo è piena zeppa la cronaca nera del nostro Paese, molto spesso rappresenta l’estrema degenerazione di dinamiche di coppia tossiche e disfunzionali.

L’aggressione fisica generalmente segue ad altre forme più subdole e silenziose di violenza che colpiscono moltissime donne spesso inconsapevoli di esserne vittime. Critiche e umiliazioni continue, isolamento, minacce di non contribuire alle spese domestiche, rappresentano, infatti, gravi maltrattamenti psicologici che hanno conseguenze devastanti per il benessere e l’autostima della donna che dubita di se stessa e si sente inadeguata e insicura. È fondamentale riconoscere questo tipo di abusi perché questa violenza non rimanga un fatto privato. Basta un piccolo gesto per chiedere aiuto, si chiama “Signal For Help”, ed è un gesto della mano semplice, sicuro e silenzioso. È riconosciuto a livello internazionale come richiesta di aiuto per ogni donna che sta subendo degli abusi, anche in presenza dell’aggressore. Inoltre, è attivo 24 ore su 24, gratuitamente e tutti i giorni, il numero 1522 per raccogliere le richieste di aiuto e dare un sostegno concreto a chi ha subito violenze fisiche o psicologiche. Noi del MoVimento 5 Stelle ci battiamo da anni per proteggere le donne e i minori e grazie alla legge Codice Rosso, che abbiamo fortemente voluto, ci sono nuovi strumenti di difesa e intervento a favore delle vittime. La violenza non è mai amore, e il proprio carnefice non va giustificato e difeso, va assolutamente denunciato. Siamo tutti chiamati a portare questo messaggio nelle piazze, ad urlarlo a squarcia gola affinché nessuna donna vittima di violenza si senta mai più sola.

#Bastaviolenzasulledonne #1522 #CodiceRosso

Antonella Campagna

Di Federica Bolciaghi