Gli Europei devono diventare più adulti non lasciandosi così spaventare dalle scelte economiche annunciate da Trump
Il nuovo Presidente degli Stati Uniti intende negoziare con una attitudine commerciale sulle questioni che considera molto importanti avendo come riferimento i soli vantaggi che gli Stati Uniti possano trarre dal risultato finale. E’ vero che in campagna elettorale Trump ha parlato dei “dazi” sostenendo che grazie agli stessi riceverebbero un aiuto i salari dei lavoratori, ma Trump sa che non potrebbero contemporaneamente i profitti delle imprese perché minerebbero l’efficienza della economia statunitense imponendo costi ai consumatori ed ai produttori comprimendo il reddito nazionale. Bisogna, dunque, capire che dietro alle dichiarazioni del nuovo Presidente c’è un suo preciso interesse legato alla macroeconomia più che agli aspetti di facciata.
Quando si aprirà un negoziato commerciale con la nuova Amministrazione, l’Europa dovrà iniziare sgombrando il campo dal tema della difesa, riconoscendo che per ottantanni abbiamo goduto della protezione militare americana, facendoci carico dei costi della Nato nella parte che ci compete. Si tratterebbe di qualche punto di PIL all’anno. L’UE ha un surplus di risparmio pari al 3% circa del PIL.
L’Europa dovrebbe dunque caricarsi l’onere Nato che le compete, fermo restando che la Nato dovrà effettuare i suoi acquisti in modo concorrenziale acquistando da chi produce beni più efficienti e più convenienti in Europa o altrove e non obbligatoriamente negli Stati Uniti. Certamente l’Europa dovrà diventare più competitiva. Si tratta dunque di saper cogliere la sfida lanciata da Trump. Se l’Europa iniziasse dicendosi disposta a spendere di più per la Nato e domani per la ricostruzione dell’Ucraina, dimostrerebbe di comportarsi da adulta. L’Europa, la Patria delle culture che hanno reso civile il Pianeta, riprenda la sua strada nel segno di quelle sue antiche virtù dimostrando al mondo il suo valore.
di Salvatore Randazzo