La nuova politica del PD deve garantire che in futuro ci siano meno imposte e più diritti, guardando con particolare attenzione ai giovani ed al loro futuro

L’esito negativo del voto referendario ha messo “all’angolo” un trentennio di tentativi riformisti della nostra Costituzione ed assicurato a tanti senatori di mantenere le loro rendite di posizione, rimanendo indisturbati comodamente seduti sulle loro “poltrone” che il SI avrebbe loro negato, sgravando gli italiani dagli oneri per il loro mantenimento. Guardando il quadro politico attuale l’Italia, grazie alla vittoria del NO, potrebbe essere vittima nell’immediato futuro, di una ripetuta turbolenza politica. Le divisioni che lacerano quasi tutti i Partiti, Movimento 5 Stelle compreso, segnano il verificarsi di una lunga stagione d’incertezze che renderanno la nostra nazione politicamente instabile, con tutte le negative conseguenze che da tale situazione ne deriveranno. Pare difficile, nell’immediato, rimettere la navicella italica nella rotta giusta. Per evitare un declino forte forse sarebbe necessario dotarsi di una struttura esecutiva forte, che possa dare concreto seguito agli indirizzi che dà il Parlamento con il suo legiferare. Insomma, nel breve, bisogna rendere meno lenta e dunque più efficace la macchina statale, per evitare che si verificano intoppi nella realizzazione di tutte le decisioni pubbliche. Oggi, infatti, le maggiori iniziative d’interesse collettivo sono bloccate o vanno avanti con enormi difficoltà. L’Italia che era tra i primi dieci Paesi industrializzati crolla verso il cinquantesimo posto. E’ evidente che quella prospettiva politica che aveva sorretto l’azione del Governo Renzi si è frantumata contro il risultato del voto referendario. Renzi, è impossibile negarlo, con la sua forte azione di Governo stava eliminando il declino del nostro Paese attraverso riforme incisive. Infatti, il suo progetto riformatore, per importanza, non è mai stato eguagliato dagli altri nostri precedenti Governi che si sono succeduti nel nostro Paese. L’operazione di Renzi non è andata in porto sia perché coalizzava troppi avversari politici (anche la Sinistra Dem), ma anche perché le sue riforme si sono imbattute nell’insoddisfazione, purtroppo giustificata, di tantissimi elettori del CentroSud ed in particolare dei giovani. Le riforme, pur giuste, avrebbero preso troppo tempo per sollevare l’Italia dalla sua enorme crisi e dunque tale diffuso disaggio ha vinto. Pur rispettando il responso referendario e preso atto dei motivi che hanno dato la vittoria al NO, sarebbe cosa giusta che per quanto riguardano le riforme il “salvabile andrebbe salvato”. Molte riforme in corso di attuazione sono, riteniamo, accettabili da un ampio spettro di forze politiche riformiste ed il portarle avanti garantirebbe la continuità del disegno riformatore. Sarebbe importante avviare solo quelle riforme che possono raccogliere in Parlamento i due terzi dei consensi. Se non saremo comunque capaci di disporre di una maggioranza riformista in Parlamento riteniamo che si perderanno quei pochi margini di autonomia in sede europea che faticosamente Renzi aveva conquistato. La Segreteria politica del PD non si ritiene che nell’immediato si occupi della riforma elettorale in quanto resta sospesa in attesa della Sentenza della Corte Costituzionale, che pare sia emessa nei primi giorni di febbraio. Da quanto ci è dato conoscere la Segreteria PD si sta occupando del Programma e della revisione della Segreteria stessa. Il PD, prima di formulare precise proposte politiche, deve allargare il raggio di ascolto e per cui andranno sentiti, oltre che i Circoli PD, anche le associazioni ed i corpi intermedi. Bisogna eliminare l’atavico disaggio che attanaglia il Paese affrontando con saggezza e lungimiranza problemi importanti quali: imposte, pensioni, sicurezza, mafie, corruzione, Meridione e poi “l’universo giovani” in tutta la sua portata.
Bisogna che il PD trovi in tempi brevi i giusti consensi per realizzare una nuova legge elettorale, per dare al Paese un Governo, dotato di una sufficiente maggioranza, per governare bene il Paese, ammodernandolo per renderlo competitivo, assicurando ai cittadini la pienezza dei loro diritti.

Di Salvatore Randazzo