Il gentile Gentiloni “dura” perché tutte le forze politiche vogliono un Governo che non governi

La lunga crisi del PD, che si alimenta da quando le vecchie inutili cariatidi ex PCI ed ex Margherita sono state rottamate, vedendosi soffiate le loro posizioni di potere all’interno della loro creatura-partito, sta regalando instabilità in tutto il sistema politico che già di tale materiale, per la verità, ne disponeva abbondantemente. I 5 Stelle, che ormai danno per scontato che “governeranno” il Paese, si scontrano in occasione delle prossime Amministrative, con la loro base che mette in evidenza una loro forte fragilità; infatti, le basi territoriali di quel Movimento, sono lacerate ed in contrasto tra loro e certamente tale situazione non sa essere governata dal comico e dai bambini parlamentari che con il loro immaturo comportamento la ispirano. Forza Italia non trova allo stato una soluzione tale da mettere d’accordo tutti i suoi iscritti. Una parte di loro (il delfino, non più delfino, Toti tra questi) vorrebbe una alleanza con la Lega, altri non vorrebbero proprio sia la Lega sia quel fastidioso strascico dei FDI che ha tradito tutto ciò che ha rappresentato in passato via Della Scrofa. Berlusconi, se il quadro politico internazionale cambierà e sempre se Salvini lo permetterà, accetterà la Lega e come in passato (in cui regalò le tre regioni del Nord a Bossi) sarà con loro generoso, pur di conquistare Palazzo Chigi, dimenticando però che i tempi di oggi non sono più quelli di ieri e lui, con qualche annetto in più, conta ora su un misero elettorato pari a circa il 9%, mentre i suoi non hanno un voto. Il Cavaliere questa volta si è inventato “l’albero della libertà” nel quale ci farà, come nel ‘94, sognare: sicurezza alla povertà e le ricette per risolvere i problemi del Paese. Concretezza, ripete ai suoi in questi giorni il Cavaliere. Si dà il caso che tale motivetto è simile ai suoi del ‘94 che sono rimasti già allora una vana promessa ed il popolo, a differenza del Cavaliere, ha buona memoria. La Lega ha i suoi problemi. Bossi è dichiaratamente l’anti Salvini ed all’interno del Movimento gran parte dei vecchi commilitoni non hanno abbandonato il Senatur e combattono apertamente le idee del giovane rivoluzionario, innamorato di Trump e dell’antipolitica USA che vorrebbe importare in Italia, per distruggere quel poco di economia che ci è ancora rimasta. Gli scissionisti del PD rappresentano il vero pericolo per il Paese. Non hanno preso coscienza che quel muro è da tempo caduto, che quella sinistra cui pensano di appartenere nel Pianeta da molto tempo non esiste più, che quando sono stati al Governo con Prodi non hanno fatto niente di buono per il Paese al punto che hanno mandato Prodi a casa prima del tempo, lasciando il Paese in braghe di tela per due volte, che la loro assurda presa di posizione scissionista farà male non solo al PD ma all’intero Paese che vedeva nel PD il Partito guida. La loro attuale richiesta a Gentiloni di ritirare le deleghe al Ministro Lotti è una vera trappola per far cadere Gentiloni e portare il Paese nel caos, più di quanto adesso lo sia, grazie anche al loro operato. Certamente, Gentiloni, si saprà districare ma ad ottobre dovrà “ballare” quando dovrà varare la legge di stabilità. Tutti, infatti, la vorrebbero simile ad un, come sempre, sterile programma elettorale che ad un concreto programma di Governo e Gentiloni, anche se volesse continuare a “vegetare”, questo non se lo potrà permettere, perché l’Italia non può stare ferma per un altro anno ancora. Se l’intera classe politica volesse il bene del nostro Paese, intanto, non avrebbe contribuito negli ultimi 30 anni a ridurlo così miseramente, a impoverirlo di valori, a renderlo non competitivo, a creare una burocrazia cancerogena, a far proliferare una corruzione così possente. Oggi se tale classe dirigente volesse invertire la rotta concretamente dovrebbe rendere questo nostro Paese appetibile, creando le condizioni perché chi vuole qui investire trovi il terreno giusto perché qui possa trovare le positive risposte economiche che cerca. Se ciò dovesse accadere, se dovessero venire grandi investitori qui sorgerebbero nuove aziende, qui ci sarebbe per tutti lavoro. Questa parola magica che è il pane della nostra gente cambierebbe il volto al Paese. Non avremmo più bisogno di ritornare emigranti, potremmo formare famiglie, potremmo mettere al mondo bambini, potremmo creare il nostro giusto divenire. Il ragazzo toscano lo aveva capito, aveva fatto votare in 1000 giorni di Governo le riforme per ammodernare l’Italia, la nostra gente talmente atavicamente disgustata ha votato NO perché era giustamente stanca e non sapeva aspettare ancora, ma la strada era quella tracciata da Renzi.
La classe politica non si lasci tentare dalla febbrile voglia di scrivere inutili programmi che certamente si perderebbero in qualche palude pericolosa. I cittadini peraltro ne vedono solo i rischi di retorica intenzionalità. L’Italia ha bisogno che funzioni la macchina istituzionale che non riesce a fare giustizia fra potere e cittadini e non riesce a concretizzare quell’intenzionalità riformista che è stata espressa nell’ultimo periodo e di cui il giovane Renzi si era reso chiaro ed illuminato interprete.

di Salvatore Randazzo