I tre imperialisti del Pianeta non debbono “cercare guai”

Dalla fine della Seconda Guerra Mondiale le grandi potenze, per tanti motivi comprensibili, non si sono combattute direttamente ma hanno alimentato focolai in Paesi estremamente poveri che hanno sempre armato direttamente od in modo trilaterale e così hanno misurano “a distanza” la portata delle rispettive forze belliche. Attualmente, la Corea del Nord sa di avere la Cina dalla sua parte, La Siria conta su Putin, la Corea del Sud ed il Giappone sono protetti dagli Stati Uniti ecc., ecc. . Con i tentennamenti prudenti di Obama alla Casa Bianca, Putin ha fatto in più di una occasione il brutto ed il cattivo tempo in Ucraina ed in Siria. Con l’insediamento nella Sala Ovale dell’ondivago ed umorale Trump molte cose stanno cambiando. Tutto negli USA succede all’improvviso e poche cose poi sono definitive. L’estremista Bannon prima voluto dal Presidente ora è caduto in disgrazia. Aveva prima elogiato Putin che invece recentemente è diventato il malvagio burattinaio dell’animale Assad. La Nato che prima era stata definita obsoleta, adesso non lo è più. La Cina che era stata definita manipolatrice della sua valuta ora non lo è più. Recentemente, contro gli attacchi con armi chimiche condotti dal regime di Assad contro la popolazione siriana nel Nord del Paese, Trump è intervenuto con un attacco missilistico (tomahawk) sulla base siriana per dire esplicitamente a Putin di destituire Assad dalla importantissima carica che lo stesso riveste nel Governo Siriano. In data 13 aprile un aereo degli Stati Uniti ha sganciato la “madre di tutte le bombe” in Afghanistan, dalla potenza devastante, per distruggere la rete di tunnel e grotte usate dall’Isis. Come si può capire il Presidente americano è in mezzo ad una fase a dir poco tumultuosa, con tanti fronti aperti simultaneamente. Per quanto concerne la Corea del Nord il Ministro degli Esteri cinese ha dichiarato che “la guerra può scoppiare in ogni momento” e si tratterebbe di una guerra nucleare. La Cina, data la gravità della attuale situazione, ha contattato Kim Jong-un, una sorta di dittatore folle della Corea del Nord, che vorrebbe testare un ordigno nucleare, invitandolo ad una attenta riflessione al fine di evitare mosse azzardate. E’ in essere una intensa attività russo-cinese nei confronti di Pyongyang per evitare il peggio. Al contempo sono da non sottovalutare i cinesi che stanno potenziando i loro schieramenti al confine e Mosca che ha inviato il Vice Ministro della Difesa per ispezionare le truppe del Comando Orientale a Khabarovsk Krai. Tali “agitazioni” non fanno altro che bilanciare l’attivismo degli USA nel Pacifico. I rischi sono enormi. C’è comunque da prendere atto che a Pyongyang c’è stata la parata ed i nuovi missili, ma niente sfide e ciò lo si deve al fatto che la Cina si è mossa drasticamente, mettendo in guardia il partner coreano sulle conseguenze di un suo unilaterale atto sconsiderato. Si ha motivo di ritenere che la pressione cinese sulla Corea del Nord sarà sempre più consistente. Allo stato comunque i problemi restano ed i missili anche. Mentre questa nostra terra è vittima di una follia imperialista crescente, la politica che esprime il Vecchio Continente, tragicamente diviso e senza ideali, soffocato da un populismo becero e galoppante, è disgraziatamente inconcludente e dunque incapace di contrastare la follia di una guerra che potrebbe piombarci, da un giorno all’altro, addosso. E’ purtroppo inoltre sotto gli occhi di tutti che dall’altra parte dell’Atlantico, proprio alla Casa Bianca, siede un leader narcisista, deciso ad imporre la sua ideologia nazionalista ed isolazionista, basata sulla etnia bianca. E’ impensabile ma l’attività nevrotica dell’attuale Presidente USA, se portata avanti così in modo inconsulto, porterebbe a frantumare le istituzioni statunitensi sulle quali nei secoli è stata costruita la democrazia USA. Con tali metodi certamente aumentano in modo evidente i rischi per tutti gli abitanti del Pianeta in caso di un crescente uso della forza. L’eccessiva militarizzazione della politica americana a scapito di una più intelligente e positiva attività diplomatica ci porta ad ipotizzare un peggio che avevamo dimenticato e che cominciamo a temere.

di Salvatore Randazzo