IL TERRITORIO TREZZANESE NECESSITA DI IMPORTANTI INTERVENTI SIA DI NATURA STRUTTURALE ED INFRASTRUTTURALE, CHE DI GRANDE INTELLIGENZA URBANISTICO-AMMINISTRATIVA

L’Amministrazione trezzanese, al contrario, gestisce, e non sempre, il solo quotidiano con grande fatica, peraltro con lo stile del “tappa-buchi”

Dal giugno 2014 l’attuale Giunta si è insediata per amministrare Trezzano e, lo scriviamo subito, il suo operato, che rasenta il molto “poco”, è stato certamente più produttivo di quel “niente” offerto alla cittadinanza da coloro che prima “avrebbero” dovuto amministrare la cittadina sul Naviglio. Prima degli “attuali”, infatti, c’è stato il diluvio, il commissariamento, il “sistema” Trezzano. L’aver gli “attuali” fino ad oggi superato i “predecessori”, per quel “poco” che hanno realizzato, non è però sufficiente per farci gioire e dormire sugli allori. Descriviamo dunque per dovere cosa comprende proprio quel “poco”, cosa in effetti ha prodotto l’attuale Amministrazione: Dal giugno 2014 gli attuali amministratori hanno “sistemato” circa 4 km di strade (sui 62 km rovinati esistenti sul territorio) non certamente intere e non sempre a regola d’arte, hanno sulle strade in generale, ma non sempre, tappato tanti buchi, alcuni già si sono “stappati”, hanno abbandonato i marciapiedi alla loro non esistenza, hanno creato inopportuni sensi unici che poi hanno corretto lasciando i doppi sensi, caricando gli oneri rivenienti da tali loro errori ai cittadini, hanno in qualche parchetto creato una piccola base di cemento per accogliere un gioco regalato da privati, in qualche altro hanno messo una fontanella, in qualche altro ancora hanno messo qualche pochezza simile, hanno realizzato un parcheggio in zona stazione, hanno verniciato e messo a norma qualche scuola, hanno fatto tante feste e regalato inutili sorrisi e tutto ciò, oltre a qualche altra quisquiglia, è stata la loro, si fa per dire, vera “discontinuità” con coloro che li hanno preceduti e però i veri problemi di Trezzano sotto descritti, sono rimasti tutti irrisolti. Ci sarebbe da chiedere loro, dopo aver realizzato quei pochi “interventi” di cui sopra, cosa hanno fatto nel restante tempo in cui si recavano e si recano in Comune e quanto hanno speso per tale loro sì tanta inattività? Quanto ci sono costati tali loro interventi? L’Organo di Revisione del Comune nei suoi diversi documenti alla Voce Entrate per l’anno 2015 ha evidenziato un importo pari a 33.227.985,81 euro, per l’anno 2016: 39.273.857,16 euro, per l’anno 2017: 36.342.448,54 euro. Per il triennio dunque si è avuta una Entrata pari a euro 108.844.290 circa, che è stata interamente spesa per voci diverse, in modo così esorbitante, da far riflettere pensando a quei pochi servizi che l’Amministrazione offre ai cittadini in concreto, a fronte di sì generosa ENTRATA. Viene spontaneo dunque fare una seria riflessione e chiederci come l’Amministrazione investa tale sostenuta “entrata”. Conoscere il loro criterio circa le opere che ritiene prioritarie. E, con le difficoltà gestionali che ha l’Amministrazione, c’è da chiedersi quanta spesa improduttiva si è “generata”, che ha tolto le ricadute delle “entrate” ai tanti bisogni veri da soddisfare, per i quali ci si sente sempre dire che non ci sono soldi. C’è da chiedersi se chi delibera sa bene cosa delibera. Chi controlla le delibere sa come controllarle? E poi chi controlla chi esegue? I Consiglieri di maggioranza si rendono conto che a monte di enormi cifre di entrate, da loro deliberate per dare servizi, si realizza il quasi niente? I cittadini lo vogliono sapere. Ne hanno diritto. Chi scrive ha il dovere d’informare su ciò che realmente non funziona ed a Trezzano tante cose, come sappiamo e come vedremo in seguito, non funzionano per cui chi ha la responsabilità del Comune non deve preoccuparsi di rincorrere nessuno che racconta il vero, ma deve invece e solo saper organizzare l’Azienda che intende amministrare. Ma non è solo chi scrive che muove critiche. L’Organo di Revisione ha mosso in più occasioni forti rilievi sull’operato amministrativo locale. In data 5 luglio tale Organo ha espresso “parere contrario” in ordine agli equilibri di bilancio in quanto ha rilevato una contraddizione fra quanto previsto dalla Relazione sulla Salvaguardia degli Equilibri e la Proposta di Deliberazione da sottoporre alla deliberazione Consiliare. E tale “parere contrario” è di una gravità che pesa per il significato che riveste. Ma è ancora più grave perché si unisce a tanti altri rilievi fondati, appena passati e recenti, al punto che viene da chiederci se il Comune di Trezzano sa come operare. Quel “poco”, come dicevamo, che è stato prodotto non ha peraltro per nulla risolto alcuno dei problemi che da sempre hanno afflitto e continuano ad affliggere il territorio trezzanese, la cui derivante criticità, non affrontata con la dovuta competenza, diventa sempre più negativa, più nociva, più invivibile, costringendo il cittadino che a Trezzano risiede a sentirsi giorno dopo giorno sempre meno appartenente al suo territorio. E’ evidente, esaminandone l’operato amministrativo, come la prima causa, che è sostanziale motivo di tale criticità e di cui ne daremo contezza, sia a nostro avviso, la mancanza di una cultura amministrativa in generale ed urbanistica in particolare, indispensabile per bene operare da parte di chiunque si sia occupato e/o si dovrebbe occupare della cosa pubblica locale. Infatti, i diversi Piani di Governo del Territorio, che si sono succeduti, ultima Variante compresa, hanno prodotto e producono principalmente cementificazioni che non servivano e non servono a Trezzano e le cui ricadute finanziarie che tali interventi hanno prodotto, non sono nemmeno state investite per migliorare il territorio stesso. Facciamo delle considerazioni. La Variante produrrà, lo ripetiamo, cementificazioni principalmente, case dunque che se vendute (a Trezzano risulta ci siano tantissime case vuote) faranno aumentare la popolazione di un Comune che purtroppo non riesce a dare oggi servizi adeguati ai cittadini che oggi abitano e che pertanto, tale recente strumento urbanistico, a nostro avviso, in grandissima parte non serve a Trezzano. La previsione della Variante è molto simile a quel Piano di Governo del Territorio che aveva proposto il precedente Sindaco e la sua Amministrazione e che proprio allora era stato non condiviso dalla parte politica (oggi maggioranza) che oggi propone, guarda l’incoerenza, tale Variante (che come dicevamo assomiglia alla precedente) e che come allora anche adesso gli Enti Superiori, bocciandola in parte, si sono premurati di ingiungere all’Amministrazione trezzanese di recepire i loro pareri per inserirli negli atti della Variante perché la stessa possa avere i crismi per essere finalmente adottata. Insomma come allora anche oggi gli Enti Superiori bocciano l’operato della Amministrazione trezzanese. E l’elaborazione della “variante”, partorita da questa Amministrazione, ci pare possa essere la risposta alla seconda nostra domanda. Parrebbe! E’ una nostra ipotesi, pare a noi e possiamo sbagliarci ma se fosse vero? Se gli Amministratori hanno impiegato tanto tempo per predisporre tale variante dovremmo chiederci come mai loro non si sono chiesti che potevano impiegare più utilmente tutto quel tempo per meglio amministrare Trezzano invece di dedicarlo ad una opera che loro stessi non avevano votato precedentemente, che per larghissima parte non giova a Trezzano che è già sufficientemente cementificata, che ha tanto traffico e che non ne ha certamente bisogno di altro, mentre ha moltissimo bisogno tra l’altro di tangenziali, di ponti per razionalizzare il traffico che congestiona la città. Ma Trezzano non ha solo una brutta Variante che non aiuta il territorio, ha, infatti, un vetusto sistema viario che permette di “dialogare”, si fa per dire, ad una parte della stessa cittadina con l’altra, giovandosi di quel solo storico ponticello di 400 anni fa, del tutto inidoneo e del cui quotidiano disagio lasciamo ai lettori il commento. I cittadini di Trezzano, che già soffrono in quanto i loro quartieri non sono ben curati, per via di tale mancanza di buona “urbanizzazione”, non possono, come invece dovrebbe avvenire, incontrarsi, frequentarsi, conoscersi gli uni con gli altri. Si toglie loro la possibilità di socializzare. Trezzano, come prima accennavamo, non dispone di circonvallazioni per cui il traffico esterno proveniente da Nord verso Sud e viceversa, attraversa il suo centro in modo talmente caotico da bloccarlo quotidianamente, producendo oltre al disaggio viario, anche un forte inquinamento acustico ed atmosferico, altamente nocivo, che non giova certamente alla salute dei Trezzanesi e la “real casa” e la sua claque, che risiedeva e risiede in via IV novembre, pare non abbia “visto” e continua a non “vedere” tale deprecabile stortura. La cecità è una brutta malattia. Ma Trezzano inoltre, a differenza degli altri Comuni limitrofi, soffre per le tante strutture di cui è priva: Non dispone di un Palazzetto dello Sport, di un Cinema, di un Teatro, di una Sala Consiglio, di una vera Sede Comunale (anche le bandiere esposte sono lise). Possibile che chi amministrava ed amministra non ne abbia sentito e non ne senta il culturale bisogno? Ed invece di provvedere a cosa pensa? Trezzano si “avvale” di una sicurezza inesistente, di marciapiedi non marciapiedi, di 62 km di strade, come prima scrivevamo, non degne di tale nome, di una pista ciclabile che per la sua cattiva e pericolosa fattura offende le vere piste ciclabili. Di una scarsa pulizia del suo territorio. Trezzano, guarda che stranezza, possiede il degrado e non il decoro ed il degrado, come è noto, può alimentare anche violenza, mancanza di igiene. Trezzano mantiene in via Morona, dal ‘92, un rudere “piscina-palestra” mai finito e fortemente inquinante, che offende, per essere ancora lì abbandonato, la dignità dei suoi cittadini. Trezzano, a causa di un infelice incrocio sulla Vecchia Vigevanese con lo svincolo della Tangenziale Ovest è sede pericolosa d’incidenti da molto tempo a questa parte ed il Comune, che non ha scusanti in quanto da tempo informato della pericolosità ed inadeguatezza di tale incrocio, non ha saputo porre i giusti rimedi per dare in concreto sicurezza ai propri cittadini, assolvendo così a quelli che sono i veri doveri di chi amministra. E che dire di tre alberi, messi a dimora a suo tempo in Piazza San Lorenzo, distanti circa 4 metri l’uno dall’altro, alti circa sei metri, pieni di vita in primavera, essendo caricati da verde fogliame che adesso in autunno è fortemente appassito e loro, quei nostri tre “benefattori”, opportunamente scorticati nei tronchi, sono lì, diritti come fusi, ma morti. Come mai ciò è avvenuto, chi ha scorticato i tronchi degli alberi (nella piazza altri alberi cominciano ad essere scorticati), chi avrebbe dovuto controllare per evitare che il patrimonio verde comunale non venisse rovinato? Trezzano per “volere” dei predecessori Amministratori e degli “attuali”, perché non intervengono adeguatamente, è purtroppo la città ch’è stata ed è amministrativamente abbandonata, mentre desidera essere bene amministrata per sentirsi voluta dai suoi abitanti. In un recente incontro alcuni Amministratori locali hanno detto di non renderci conto di quanta fatica fanno per occuparsi del territorio. Per valutare l’intensità della loro fatica proviamo a fare una analisi. Il Comune è una azienda che deve dare servizi, sperabilmente di qualità. Diciamo subito che le aziende in generale debbono impegnarsi a fondo per dotarsi dei capitali necessari per svolgere le loro attività. I Comuni invece i capitali li ricevono senza fare fatica. Ci pensa lo Stato ed i cittadini e da questo punto di vista gli Amministratori comunali non faticano, sono dei fortunati. Le aziende in generale si dotano di servizi di pianificazione per il raggiungimento dei migliori obiettivi aziendali, di risorse umane che riqualificano periodicamente e di un servizio organizzazione che da, alla struttura, norme comportamentali per bene operare, ottimizzando i flussi di lavoro, controllando la legalità delle attività svolte. Trezzano-azienda non risulta che disponga di tali strumenti. Non ha un vero ufficio di Piano, un vero Ufficio Organizzazione, un vero ufficio che garantisce la riqualificazione delle risorse e conseguentemente i servizi che riesce ad erogare sono scadenti, la spesa è improduttiva. Se la Struttura amministrativa non gode, così come anche in passato non ha goduto, di tali necessari strumenti, non si possono ottenere, pur faticando come sostengono gli amministratori, risultati accettabili. Se tali investimenti non sono stati fatti in passato ed anche nel presente è perché da sempre la cultura del vertice politico-amministrativo comunale è stata ed è molto lacunosa, ed a volte assente, al riguardo. Se dunque si fatica ad amministrare nell’azienda Trezzano lo si deve al fatto che non si riesce ad organizzare bene tale ente. Le aziende non si può pensare di condurle con il solo “buon senso”, che nel caso trezzanese spesso è assente. C’è bisogno della competenza specifica ed al riguardo il Comune di Trezzano pare evidente che non abbia mai avuto fortuna. Se gli interventi infrastrutturali e strutturali tanto necessari per Trezzano non sono stati realizzati, come non lo sono, non può che asserirsi che il vertice politico o non li ha saputi realizzare o non li ha voluti realizzare ed ai cittadini rimane di ricordarsi di loro al momento del voto lasciandoli “riposare” nelle loro case. Ponendo inoltre gli elettori molta attenzione alle possibili furbate dell’ultimo anno della legislatura in cui, per assicurarsi i voti, i politici solitamente “regalano” feste, fontanelle e altre simili pochezze per cancellare dalla mente degli elettori tutto ciò che hanno promesso e poi non hanno realizzato.

Trezzano, rassicuriamo in tal senso gli Amministratori, si può bene Amministrare. Basta saperlo fare ed essendo credibili, senza promettere ciò che poi non si vuole o non si sa realizzare.

Di Salvatore Randazzo