La mancata vittoria sovranista ha fortunatamente permesso di non bloccare la costruzione europea

Gli Stati Membri della UE non dimostrano ancora con i fatti di volere una EUROPA FORTE. Le singole nazioni appartenenti all’Unione Europea non intendono ancora di voler conferire alla UE risorse e poteri idonei per rendere forte il Vecchio Continente, rischiando così di diventare, nello scenario mondiale, Stati a responsabilità limitata. La limitazione di fatto di tale sovranità sarà imposta da potenze esterne alla Unione, i cui effetti, anche se non ad occhio nudo, si possono riscontrare già oggi. L’Europa deve costruirsi “forte e verde” sapendo produrre una politica più responsabile. Fortunatamente le elezioni di maggio hanno bloccato l’avanzata sovranista impedendo così a costoro di bloccare lo sviluppo della costruzione europea. E però non si può dire che Popolari, Socialisti e Liberali si siano adoperati nei dieci anni precedenti per fare prevalere l’interesse generale europeo così come bene hanno fatto i loro predecessori. Causa di tale critica situazione in cui versa l’Europa è dovuta anche al fatto che i Capi di Governo dei singoli Stati hanno dato spesso priorità ai loro interessi nazionali per coprire anche loro interessi elettorali, alimentando così ostilità verso l’Europa. Il blocco dell’avanzata sovranista ha dato grosso respiro all’intera Unione. In Italia lo scampato pericolo si è registrato con la fine del Governo Conte1. Lo Stivale mai aveva avuto un Governo inconcludente, rissoso ed incapace o, per meglio dire, capace di sciupare risorse: Quota 100 e Reddito di Cittadinanza. Certo il passaggio al Conte2 non può farci sentire in Paradiso. Siamo consapevoli, o dovremmo esserlo, che dobbiamo cambiare registro nell’operare nel nostro Paese, altrimenti potremmo immiserirci sempre di più in particolare se la UE non riuscisse a rafforzarsi e dunque sviluppando una politica che favorisca, per quanto ci concerne, tale sviluppo. In particolare, coloro che governano l’Italia, se vogliono dare prova di responsabilità, devono interrogarsi sulle ragioni della inadeguatezza della crescita italiana. L’Italia, infatti, ha cominciato a perdere terreno in termini di reddito pro-capite dalla fine degli anni 90. E’ tempo delle forti riflessioni sia per quanto riguarda l’Europa che l’Italia che ne fa parte. L’Europa e dunque l’Italia non possono continuare a governare come hanno sempre fatto. Stanno cambiando i bisogni degli Europei. Nel Mediterraneo ci troviamo Russia e Turchia che intendono molto esplicitamente estendere la loro influenza, mettendoci all’angolo sempre più. E’ necessario un ripensamento globale in cui gli Europei, che hanno rappresentato a pieno titolo la cultura del mondo, debbono appropriarsi di ciò che loro compete, senza togliere niente a nessuno ed al contempo senza perdere, per ignoranza ed altro, quello che appartiene agli europei ed alla loro millenaria cultura. Si spera che l’Unione Europea, il Parlamento Italiano e le relative Istituzioni in futuro non siano, come da un po’ di tempo a questa parte purtroppo avviene, uffici di parziale alloggiamento di persone che, per la loro discutibile preparazione, nessuno vorrebbe nelle proprie aziende. Solo uomini, colti, capaci, responsabili ed onesti sono coloro che debbono occuparsi del nostro futuro.

Di Dario Mernone