Servono interventi strutturali per migliorare l’efficienza del riscaldamento nelle abitazioni

E’ un tema che purtroppo non conosce stagione, ma che balza agli onori della cronaca anche quest’anno in pieno inverno. Si tratta dell’inquinamento atmosferico nelle grandi città e dintorni.

Le caldaie e le stufe accese nelle case, unite al tempo mite di questo periodo, fanno sì che le particelle inquinanti ristagnino pericolosamente nell’atmosfera. A questi effetti vanno aggiunte le emissioni dei motori, benzina e diesel.

La combinazione di tutti questi elementi ha già determinato a gennaio l’innalzamento dei livelli di polveri sottili oltre la soglia d’allarme di 50 microgrammi per le Pm10. Queste ultime, costituite a loro volta dalle particelle più piccole Pm2,5, sono molto pericolose per la salute.

Problemi respiratori e formazioni cancerogene sono solo alcuni dei rischi associati all’inquinamento ed è evidente che siano necessari interventi strutturali per cercare di limitare il fenomeno.

Come si è visto recentemente, non sempre le azioni attuate dai governanti sono realmente efficaci. Spesso sono figlie dell’emergenza e rischiano di essere solo di facciata. E’ il caso del Comune di Roma che a metà gennaio ha bloccato per due giorni la circolazione di tutti i veicoli diesel, inclusi quelli di più recente generazione (gli Euro 6). Una scelta bizzarra se consideriamo che invece i veicoli a benzina dall’Euro 3 in poi hanno potuto circolare liberamente. Un diesel Euro 6 inquina, infatti, decisamente meno di un motore benzina Euro 4.

Le polemiche ovviamente non sono mancate. Uno su tutti il Presidente dell’ACI – Angelo Sticchi Damiani – che ha dichiarato chiaramente che “L’Automobile Club d’Italia è assolutamente contrario all’assurda demonizzazione dei diesel Euro 6, al centro del mirino di tante Amministrazioni, a cominciare da Roma, con blocchi del traffico ingiustificati, che non hanno alcun fondamento scientifico e non garantiscono risultati certi”.

I blocchi del traffico sono forse la cosa più semplice da attuare, ma da soli non risolvono il problema. Soprattutto se consideriamo che le caldaie determinano l’emissione in atmosfera di circa il triplo del Pm10 rispetto al trasporto su strada.

In Regione Lombardia sono in vigore misure strutturali permanenti per ridurre le emissioni che interessano i veicoli più inquinanti (benzina Euro 0 e diesel Euro da 0 a 3). A queste si aggiungono le misure temporanee, a livello locale, al verificarsi di episodi di accumulo del livello di Pm10 in atmosfera. In quei casi si dispone il fermo anche dei veicoli diesel Euro 4.

Sono inoltre attive limitazioni in materia di generatori di calore a biomassa legnosa ed il divieto di combustioni all’aperto.

Si tratta di interventi importanti che devono essere ulteriormente incrementati. E’ fondamentale focalizzarsi sull’efficientamento del riscaldamento delle abitazioni e degli uffici, limitando il più possibile il ricorso a stufe a pellets e legna. A ciò si potrebbero aggiungere incentivi che favoriscano la sostituzione di caldaie più vecchie con altre di nuova generazione.

La strada, per lo meno in Lombardia, è quella giusta. E’ importante continuare su questo percorso, ne va della nostra salute.

Di Roberto Cassaro