Lunedì 26, alle ore 11, presso il Milano Ospedale Niguarda l’Onorevole Stefania Mammì è stata accolta dal Responsabile della Struttura dott. Maurizio Bini

In Italia il calo della natalità è un problema cronico e neanche la pandemia, contrariamente ai primi auspici, è riuscito a rallentarlo: Dopo i 404 mila nati dell’anno scorso, l’Istat per il 2021 prevede che si scenda intorno ai 384 mila. Una questione che riguarda l’intero sistema Paese e coinvolge molte professionalità ma che il mondo della Pma può contribuire a risolvere, facendo la sua parte. Si stima, infatti, che l’accesso delle coppie alla Pma con il Ssn possa dare dall’1% a 3% in più di nascite ogni anno. Lunedì 26 alle ore 11, l’Onorevole Stefania Mammì si è recata presso l’Ospedale Niguarda di Milano ed è stata accolta dal Responsabile della Struttura di PMA dott. Maurizio Bini. Con l’obiettivo di contribuire al decollo della natalità, parte l’iniziativa “Aiuta un figlio a nascere: la PMA apre le porte al Parlamento” organizzata dalla società scientifica Società Italiana di Riproduzione Umana (SIRU). Il progetto. La SIRU ha deciso di realizzare una serie di incontri con l’obiettivo di far conoscere alle Istituzioni le realtà italiane della medicina e della biologia della riproduzione umana. Nonostante i numerosi passi avanti e lo storico riconoscimento della PMA nei Livelli Essenziali di Assistenza, almeno sulla carta, la riproduzione assistita in Italia ancora non è pienamente riconosciuta come strumento di supporto dell’infertilità e di promotore delle nascite grazie alla prevenzione. L’obiettivo del progetto SIRU è di far toccare loro con mano quello che ogni giorno migliaia di operatori fanno per supportare le coppie infertili e aiutarle a realizzare il loro sogno genitoriale. «Sono contenta dell’avvio di questo progetto di sensibilizzazione avviato dalla SIRU -ha dichiarato l’On. Stefania Mammì – Fin dall’inizio della legislatura ho sentito la necessità di impegnarmi sulle tematiche della PMA, depositando una proposta di legge per modificare la Legge 40/2004, che spero venga presto discussa in commissione per poterla finalmente armonizzare con tutte le modifiche apportate dalle pronunce della Corte costituzionale e dei diversi tribunali ai quali le coppie sono state spesso costrette a rivolgersi per vedere garantito il diritto all’assistenza all’infertilità e all’accesso a tecniche di PMA, un diritto che è riconosciuto in modo diverso non solo negli altri Paesi dell’Unione europea, ma anche nelle regioni del nostro territorio nazionale». «E’ un progetto innovativo che vuole avvicinare, attraverso le Istituzioni, le persone al mondo della riproduzione umana assistita – ha dichiarato Antonino Guglielmino, Presidente ginecologo SIRU – vogliamo far uscire la riproduzione assistita fuori dall’ambito medico e allargare le conoscenze ad una più ampia fascia della popolazione che non conosce le principali tecniche di PMA o le conosce in maniera distorta o errata, alimentando pregiudizi e convinzioni superate» ha affermato l’esperto. «Il Niguarda di Milano celebra giustamente la prima donatrice volontaria di ovociti per le coppie sterili in Lombardia, un traguardo importante che sarebbe bello potesse diventare più frequente in tutta Italia. Un modo per farlo è garantire un compenso ai donatori. E’ pubblica la nostra proposta sul sito SIRU in tal senso». Il progetto prevede l’attuale partecipazione di 62 Centri Italiani di Procreazione Medicalmente Assistita presenti su tutto il territorio nazionale, che apriranno le loro porte a tutti i parlamentari di Camera e Senato nonché al Ministero e ai Sottosegretari della Salute. L’iniziativa si sta svolgendo durante tutto il mese di luglio con incontri a Cuneo, Bergamo, Frosinone, Palermo.

di Dario Mernone