L’ANPI di Trezzano ha promosso un interessante incontro pubblico sullo “stato di salute” della scuola

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a cura della Redazione

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Ci piace ringraziare l’ANPI trezzanese per aver preso l’iniziativa nel promuovere l’incontro sulla “scuola”, argomento interessante quanto scottante, invitando tra gli altri coloro che, in primis, dovrebbero erogare tale servizio in modo ottimale: dirigenti scolastici, insegnanti. Oggi il nostro Paese attraversa in generale un momento critico e sarebbe pretendere troppo che, mentre la nostra società è al collasso, proprio la scuola ne possa rappresentare la rara eccezione tale per cui tutto, in quell’ambito, funzioni bene. Ma ci si permetta di fare una prima considerazione, se tutto va da un po’ di tempo a questa parte così male ciò si deve anche al fatto che da circa quarant’anni la scuola ha svolto male il suo ruolo guida. Fino agli anni 65/70 la nostra scuola era inserita tra le prime nella classifica mondiale. Coloro che hanno conseguito titoli accademici in quel periodo ci hanno rappresentato con grande merito in Italia ed all’estero. Inoltre, allora, il costo complessivo a carico dell’erario era modesto. Oggi, per lo Stato, il costo per la scuola è molto elevato e non più sopportabile ed inoltre, e questo è il guaio, il livello di coloro che terminano gli studi è assai modesto, al punto che le classifiche mondiali recenti vedono la nostra scuola piazzata agli ultimi posti. Di tale colossale discrepanza lasciamo al lettore ogni commento! Giustamente ANPI, con molto rispetto e discrezione, quasi s’ interroga: “la scuola è nostra. Di tutti noi……………, è il nostro bene comune”? In teoria così dovrebbe essere, ma in pratica ci chiediamo: Sono gli alunni ancora i veri protagonisti? Forse da quarant’anni a questa parte non è più così e questo errore madornale lo paghiamo noi ed ancora di più i nostri figli, i nostri nipoti. Ma analizziamo il servizio fornito. Per esempio alcuni libri di testo non sempre sono ben fatti e però in teoria dovrebbero fornire materia per un sano apprendimento che in tali cattive condizioni mal si prestano perché tale obiettivo si possa positivamente raggiungere e però qualcuno li sceglie e la scelta in concreto… non si discute ed inoltre non parliamo del loro costo esoso che, dato anche il periodo che attraversiamo, rappresenta un pugno nello stomaco che tante famiglie ricevano. E sempre a proposito di costi il libro di testo del fratello maggiore ben difficilmente può essere trasferito al fratello minore e perché mai? La grammatica italiana forse cambia da un anno all’altro e così la storia e tantissime altre materie? Invece i libri cambiano ed i costi lievitano inutilmente per offrire, tra l’altro, una cultura sempre meno significativa. E’ questa la scuola obbligatoria? E perché poi un ragazzino di 10/12 anni deve portare a scuola uno zaino che pesa più di 12 chilogrammi, tale da deviargli magari la colonna, come sostengono i medici? E perché nessuno si vuole accorgere di tante anomalie la cui eliminazione favorirebbero una buona scuola, dei bravi alunni e dei padri di famiglia meno aggravati da inutili costi? E’ così difficile dire alle case editrici di fare libri migliori, trasferibili a nuove generazioni, dosando inoltre il carico per favorire la schiena dei ragazzi e le tasche dei padri di famiglia? E’ così difficile verificare ed ottenere che il servizio mensa prestato risponda al capitolato e sia gradevole e gradito e salutare alla maggioranza degli alunni? Il momento mensa oltre che un fatto alimentare rappresenta un momento altamente educativo per la cui salvaguardia la scuola non si può e non si deve sottrarre. Chi scrive ha avuto la fortuna di avvalersi, per i propri figli, di bravi insegnanti ma la scuola non è fatta dei soli docenti. C’è e ci deve essere una organizzazione che dovrebbe far funzionare bene la scuola ma che, a volte anche per tanti motivi dovuti ad atti discutibili ministeriali e locali, non sempre riesce in tale intento.

Ci rendiamo conto che non è facile la gestione di risorse umane e finanziarie ma i dirigenti dovrebbero possederne le giuste doti perché i risultati siano positivi. Abbiamo apprezzato la relazione molto pragmatica presentata dal Dirigente scolastico Ciocca. Al contrario ci è sembrata poco costruttiva l’affermazione rilasciata dall’altra dirigente scolastica alla quale non piacciono le famiglie quando le stesse oltre a chiedere informazioni muovono delle critiche alla scuola. Intanto prima di biasimare tale posizioni comportamentali, sic et simpliciter, andrebbe valutata la portata, la natura e le cause che hanno generato tali critiche e comunque ci pare giusto precisare che le famiglie hanno il dovere di tutelare i propri figli e pertanto hanno il diritto di muovere, se del caso, delle critiche senza che per ciò alcun dirigente si atteggi a vittima di lesa maestà. Anzi tali dirigenti oltre a preoccuparsi di far bene funzionare la scuola hanno il dovere di non sottrarsi a fornire tutte quelle informazioni e precisazioni che possano rassicurare i genitori che, sinceramente, oltre alla scuola dei propri figli, hanno tanti altri carichi spesso insormontabili di cui doversi fare carico e che certamente non hanno alcuna voglia di sostituirsi a tali dirigenti.
Certo la scuola è anche abbondantemente abbandonata sia dallo Stato che la guarda come unico centro di costo invece che come una risorsa per un futuro migliore e dagli enti locali che, come è risaputo, amministrano, più che le risorse, gli sprechi. Tali burocrati hanno però una scusante: loro stessi sono stati formati da una scuola sbagliata. Pare strano, ma una scuola non scuola è come un cane che si morde la coda. Negli anni ‘80, in una bella corrispondenza sul Corriere della Sera, Pasolini scriveva a Moravia, certamente in modo provocatorio: “Chiudiamo la scuola” e sempre provocatoriamente dobbiamo riconoscere che, proprio oggi che ne raccogliamo i frutti, quel friulano aveva proprio ragione. Questa scuola, e non la vera scuola, andrebbe chiusa definitivamente, creandone una nuova e dunque dotando la stessa di una organizzazione competente che possa in modo speculare individuare programmi e risorse finanziarie ed umane adeguate, atte ad individuare i veri  bisogni del domani per assicurare un futuro migliore alle nuove generazioni. E’ per dare impulso ad un nuovo e più efficiente modo di fare scuola, in linea con i tempi, che condividiamo la proposta di ANPI di promuovere in seguito un nuovo incontro cui dovranno partecipare tutti gli attori della scuola che, nel rispetto della verità che spesso non piace, dovranno affrontare tutti i veri problemi, e dunque non solo quelli recentemente trattati, che affliggono la scuola, ricercando per gli stessi adeguate soluzioni per costruire così uomini capaci di affrontare in modo ottimale il sempre più incerto divenire.

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