TREZZANO,  CITTA’ DEI…  “RISCHI RILEVANTI:  AMIANTO,  BRENNTAG…”
Per l’eliminazione di quel tanto che di rischioso esiste, quando si ritiene di predisporre una strategia appropriata e concludente ?

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di Salvatore Randazzo

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E’ notorio come nei tempi passati l’amianto venisse fortemente utilizzato, in particolar modo, nell’edilizia. Trezzano, come tante altre città, se ne è giovata in misura rilevante. Basterebbe percorrere le strade cittadine per rendersi conto come, a distanza di tanti anni, molti nostri edifici (industriali ed anche residenziali) siano ricoperti di amianto e come tale prodotto sia stato usato, e purtroppo lo è ancora, per rivestimento di strutture interne di vario tipo. Non possiamo escludere inoltre che in tante unità immobiliari, non utilizzate da anni, ci siano residuati di amianto, sparsi per terra, che adesso fanno parte di tale desolante abbandono. Pare se ne trovino (ondolux in eternit: ma chi mai li ha posti lì, e per ordine di chi?) per terra, all’interno della Palestra-Piscina di via Morona, monumento all’inefficienza comunale, dal 1992 mai ultimato, ed a tal riguardo recentemente visitato persino da Striscia La Notizia. Molto recentemente la D.ssa M.C. D’Alessandro, Responsabile della Commissione Ambiente dell’Unione dei Comitati di Quartiere, nonché Presidente del Comitato Marchesina, ha presentato al Comune di Trezzano S/N una richiesta per conoscere lo “stato di conservazione delle lastre di fibrocemento contenenti amianto, poste a copertura del fabbricato ex Demalena/Elc SpA, per sapere se siano mai state effettuate procedure di monitoraggio e di controllo. Se l’Amministrazione abbia elaborato progetti per porre termine al degrado dell’intera area in modo tale da portarli a conoscenza della cittadinanza, con assemblea pubblica, stante la possibilità di ricadute sulla salute dei residenti, causa la rilevante presenza di amianto”.

L'area ex Demalena abbandonata da moltissimi anni

In tale richiesta è stata espressa la profonda preoccupazione “per lo stato di completo abbandono in cui comunque da anni versa questo sito”. Tante altre richieste, della stessa tipologia, potrebbero essere indirizzate, a pieno titolo, al Comune se non fosse che i Cittadini per stanchezza non li propongono, essendo loro certi che nessuna autorità si preoccuperà mai, tra le tante altre cose, della loro salute. Ed infatti proprio di pericolo di salute si tratta. Cristina D’Alessandro – medico – su un articolo pubblicato su altra pagina di questo giornale, che consigliamo di leggere, illustra con chiarezza ciò che può provocare l’amianto: “Le fibre di tale materiale una volta penetrate nell’organismo inducono lo sviluppo di tumori polmonari, della pleura, del peritoneo, del pericardio, della faringe. Il problema è che a differenza di altre sostanze chimiche cancerogene, che vengono eliminate dall’organismo in tempi relativamente brevi, l’amianto rimane a lungo nei tessuti e, per tutta la durata della sua permanenza, esercita la sua azione cancerogena”. Che dire? Ci pare tutto molto chiaro e lasciamo al lettore ogni commento sulla immotivata assenza operativa da parte di chi di dovere: L’Amministrazione Comunale. Noi diciamo che detto Ente se ne sarebbe dovuto interessare già da molto tempo ad esercitare una salutare bonifica. Se ne vogliono, i Signori dell’Amministrazione, cominciare ad occuparsene, in modo concreto, adesso? E che dire del “tira e molla” su Brenntag? Della società che, malgrado sia considerata a rischio d’incidente rilevante, svolge da tempo la propria attività nel nostro territorio, a ridosso di civili abitazioni, scuole ed attività commerciali, stoccando e commercializzando tonnellate di prodotti tossici, esplosivi, infiammabili e corrosivi? Che possiamo pensare noi cittadini, leggendo una, quanto meno, “candita” dichiarazione del Sindaco «che la società Brenntag ha controdedotto alle prescrizioni del del CTR del 24 marzo 2009, con propria nota, depositata anche agli atti del Comune, in data 4 giugno 2009.

Un interno di quella che doveva essere una "Piscina-Palestra" peraltro mai opportunamente completata

Dalla stessa si evincerebbero una serie di motivazioni per le quali si ritiene che i serbatoi interrati sono oggetto di continua manutenzione ordinaria e straordinaria, finalizzata a garantire degli standard di sicurezza superiori a quelli richiesti». E come mai dal condizionale “evincerebbero”, usando la dovuta razionalità, si può mai passare al presente “si ritiene”, al punto che il Sindaco asserisce che gli «standard di sicurezza sono superiori a quelli richiesti». Chi ha controllato che le affermazioni sulla nostra sicurezza, fornite da Brenntag,  possono considerarsi effettivamente rassicuranti? Il Comune? Il responsabile della Protezione Civile, il CTR, tali per cui il Sindaco abbia potuto affermare, con scienza e coscienza, che gli standard di sicurezza sono superiori a quelli richiesti? Prima di essere veramente certi che una società che esercita l’attività di Brenntag, ripetiamo, a rischio d’incidente rilevante, possa fare utili a ridosso di case, scuole e quant’altro, con i sonni tranquilli dei cittadini trezzanesi, sarebbe necessario che chi di competenza faccia i dovuti accertamenti che la legge al riguardo prevede. Ma se, stando così le cose, il Sindaco sul caso Brenntag rilascia dichiarazioni che ci convincono poco o niente, se della presenza abbondante, più che quarantennale, di amianto – e proprio per questo ancor più pericoloso – le Amministrazioni di destra e di sinistra che si sono succedute fino a quella attuale, non ci risulta abbiano mai dato segni del minimo concreto e positivo interessamento, ad esclusione del Partito Democratico che proprio recentemente, attraverso il Suo Consigliere Leo Damiani, sul caso Brenntag ha presentato una interpellanza, ci chiediamo: Se la politica è del tutto assente, come è assente, chi si deve occupare dei cittadini trezzanesi, dei loro diritti, della salvaguardia della loro salute, del loro vivere? Perché a Trezzano non ci sono solo i casi: amianto e Brenntag. C’è il “caso” territorio, il “caso” sicurezza, il “caso” illuminazione, il “caso” spesa improduttiva che riduce quella produttiva, ecc., ecc. . Non vorremmo essere la città dei………… “casi”. Perché se così stanno le cose, così poi come di fatto stanno, i veri “casi” a Trezzano sono i politici che governano malamente la nostra città e ciò è molto preoccupante.

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