Intervista al Vice Presidente di Cap Holding, Franco De Angeli
Con il passare degli anni, per rendere efficienti gli impianti, si rendono necessari mirati investimenti

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A cura di Maria Teresa Calce

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La gestione del Servizio Idrico Integrato nel territorio della provincia di Milano andrà incontro a una riorganizzazione nel prossimo futuro. Su questa operazione di ridisegno di tutto il sistema, abbiamo chiesto l’opinione di Franco De Angeli, Vicepresidente di CAP Holding, la principale azienda di gestione del servizio idrico integrato che opera sul territorio provinciale, che da più di 80 rappresenta un punto di riferimento nel mondo dei servizi idrici.
Com’è la situazione del servizio idrico nel nostro territorio?
«Il Servizio idrico in Lombardia mostra performance importanti: abbiamo una percentuale minima di perdite della rete, la più bassa in Italia. Se infatti in media gli acquedotti italiani perdono il 32% dell’acqua captata, questa percentuale scende al 21,3 in Lombardia, e in provincia di Milano non raggiunge il 16%: un dato che può competere con le medie europee. Tuttavia le reti e gli impianti cominciano a mostrare i loro anni, e la necessità di investimenti è sempre più urgente. Secondo i dati di “Blue Book” – lo studio che annualmente la fondazione Utilitatis realizza fotografando lo stato del servizio idrico in Italia dal punto di vista delle risorse, delle infrastrutture e delle gestioni – il fabbisogno nazionale di investimenti nel settore idrico è arrivato a 65 miliardi da spendere nei prossimi 30 anni per allineare il Paese agli standard europei. Certo, il nostro territorio presenta una situazione migliore di molte altre parti del Paese, manon possiamo negare che l’entità degli investimenti necessari nei nostri Comuni sia importante, e che sia indispensabile creare le condizioni affinché si possa progettarli e realizzarli nel miglior modo possibile».
Quali sono queste condizioni?
«La prima condizione necessaria è anzitutto la certezza sul piano normativo e organizzativo che in questo momento ci manca: siamo in ritardo sulla concretizzazione di quanto richiesto dalla Legge Regionale 21 del 27 dicembre 2010, che prevede la trasformazione dell’assemblea d’ambito dell’Ato in assemblea dei sindaci e la costituzione delle aziende speciali».

Il Vice Presidente di Cap Holding, Franco De Angeli

Cosa dice nello specifico la legge 21 su questo tema?
«L’art. 1 della legge regionale n. 21/2010, riconosce la delicatezza del tema dell’acqua e stabilisce che a presidiare l’organizzazione del servizio idrico, le Province (e il Comune di Milano per le proprie competenze) in ciascun Ato costituiscano, ai sensi dell’art. 114, comma 1 del TUEL (Testo unico sugli enti locali), un’azienda speciale, che assume la denominazione di “Ufficio di ambito”. Essa deve essere dotata di propria personalità giuridica di diritto pubblico, di autonomia organizzativa e contabile. Nel consiglio di amministrazione dell’azienda speciale, devono essere rappresentati – in proporzione alla popolazione residente in ciascun comune appartenente all’Ato – i sindaci o amministratori locali».
E quali saranno secondo lei gli sviluppi futuri?
«Credo che bisognerà decidere quale sarà l’impostazione del futuro gestore unico integrato della provincia di Milano, anche alla luce della recentissima sentenza 320/2011 della Corte Costituzionale. 
Oggi la situazione è frammentata: diverse aziende gestiscono il Servizio Idrico Integrato, con una disposizione a “macchia di leopardo” sul territorio provinciale. Questa situazione comporta difficoltà organizzative e a volte limita la possibilità di applicare economie di scala che consentano di ridurre i costi e ottimizzare gli interventi: è ormai chiaro come la gestione del servizio idrico debba necessariamente avere una dimensione sovracomunale che permetta operazioni come l’interconnessione di reti poste su territori di comuni diversi, la costruzione di vere e proprie “Dorsali dell’acqua” a servizio di molti comuni, e altri interventi simili. Mi spiego meglio: ci sono zone del territorio provinciale dove l’acqua c’è in abbondanza e altre dove invece scarseggia oppure è di qualità inferiore e necessita di trattamenti molto costosi per essere potabilizzata. In questi casi spesso conviene prelevare l’acqua dove ce n’è molta e portarla dove manca. Questo significa che se possiamo gestire reti diverse come sistemi unici integrati, possiamo anche attuare una politica di condivisione delle risorse che garantisce un servizio migliore ai cittadini e un’enorme riduzione della possibilità di guasti o disservizi».
Ci fa un esempio?
«Un esempio di questo tipo di interventi è il progetto per la realizzazione della Dorsale del Nord Milano: grazie alle dimensioni di un’azienda come CAP Holding, stiamo realizzando l’interconnessione di tutta una serie di acquedotti nel territorio del Nord Milano che ci consentirà in futuro di prevenire eventuali problemi di scarsa qualità e quantità dell’acqua in alcune zone prelevandola da altre limitrofe. 
Il tracciato della dorsale, nello specifico, è studiato per addurre acqua da Cornaredo fino alla rete del Comune di Bollate, e poi sfruttare “a staffetta” con opportuni potenziamenti, l’esistente rete del Nord Milano fino a raggiungere il Comune di Sesto San Giovanni, coinvolgendo i Comuni di Settimo Milanese, Sedriano, Pregnana Milanese, Vanzago, Pogliano, Nerviano, Pero, Rho, Lainate, Arese, Bollate, Garbagnate Milanese, Baranzate, Cesate, Limbiate, Solaro, Senago, Novate Milanese, Cormano, Nova Milanese, Paderno Dugnano, Cusano Milanino, Bresso, Cinisello Balsamo: un ottimo esempio di come, mettendo in condivisione le risorse in un territorio con un unico gestore, ogni Comune possa trarre beneficio dall’investimento fatto sulla rete complessiva».
Oltre all’aspetto organizzativo, una riorganizzazione del servizio nella direzione che Lei auspica ha anche dei vantaggi economici?
«Certo. L’aspetto economico non è da trascurare, soprattutto in un momento di crisi come quello che il Paese sta vivendo. Basta pensare al moltiplicarsi di Consigli di Amministrazione e di ruoli identici che l’attuale situazione comporta, per rendersi conto del fatto che sarebbe davvero un bel segnale da parte delle istituzioni operare una semplificazione e andare nella direzione della separazione dei ruoli, affrettando il processo di costruzione dell’azienda speciale per arrivare in tempi rapidi ad avere quella certezza normativa e organizzativa che ci permetterà di fare dei passi avanti verso la semplificazione delle società che oggi gestiscono il ciclo idrico e quindi verso il ridisegno di tutto il sistema operativo nella direzione del gestore unico integrato. Ci tengo inoltre  a precisare che, a norma di legge, il presidente, i consiglieri di amministrazione e i revisori dei conti dell’azienda speciale che andremo a costituire assolvono al loro incarico a titolo onorifico e gratuito. In attesa che la Provincia decida tempi e modi di questo percorso, ci auguriamo quindi che i passaggi avvengano con una certa rapidità, perché, come dicevo all’inizio e così voglio concludere, gli investimenti necessari sono ingenti e urgenti».

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