BUCCINASCO –  cantiere

Un sospiro di sollievo per il quartiere Buccinasco Più

Dopo anni col fiato sospeso i cittadini di Buccinasco possono tirare un sospiro di sollievo: i risultati dei rilievi di Arpa mostrano come la dibattuta questione dell’inquinamento del Quart. Buccinasco Più sia meno grave del previsto           

La questione è nota dal 2005, quando la Polizia Forestale, a seguito di una segnalazione, aveva multato la Edil Company di Salvatore Barbaro e aveva intimato alla sua impresa un ripristino dell’area di cantiere a causa di scarichi illeciti di terra contaminata utilizzata come riempimento, ma nonostante i dubbi sulla sicurezza della zona interessata si facessero sempre più pressanti, il sequestro “preventivo” da parte dell’Autorità Giudiziaria è arrivato solo nel 2010, a lavori ultimati, e con gran parte degli immobili già venduti.

Una delle maggiori preoccupazioni delle Amministrazioni Comunali di Buccinasco, da quel momento, è stata la tutela dei molti residenti nel quartiere “incriminato” Buccinasco Più, perché i rischi che correva chi aveva acquistato un immobile nel nuovo complesso residenziale riguardavano proprio la salute: Nel terreno, secondo i primi rilievi – che confermavano quanto dichiarato dal PM Dolci nel processo Cerberus – le imprese legate alla ‘ndrangheta che avevano gestito il movimento terra nel lavoro di costruzione aveno creato una vera e propria discarica abusiva di “residui di demolizioni civili e industriali, rifiuti industriali, mescolati da terra da scavo di ignota provenienza”.

Ma l’amministrazione (sia il Comm. Prefettizio Iacontini che la Giunta Maiorano a partire dal 2012) non è rimasta con le mani in mano: Ha disposto ulteriori verifiche sulle condizioni del terreno e della falda e intimato all’impresa costruttrice Finman di riparare al danno provocato alla collettività provvedendo economicamente alle spese per la bonifica, tentativo purtroppo naufragato a causa del fallimento dell’azienda. Per il Comune, destinato a farsi carico dei costi di smaltimento e bonifica e per i cittadini che tutt’ora vivono nel quartiere, quindi, i risultati definitivi dei rilevi sono una boccata d’ossigeno. Infatti dalle analisi dei carotaggi si evidenzia come a contenere rifiuti pericolosi sia solo il 10% del terreno di riempimenti, ovvero circa 3 celle. Fortunatamente le analisi hanno escluso l’inquinamento da idrocarburi pesanti, che avrebbero comportato maggiori rischi per la salute, e non saranno necessari interventi di rimozione nella zona della piazza: I valori degli inquinanti sono al di sotto dei limiti di legge, e anche la falda risulta incontaminata, anche se sarà tenuta sotto osservazione. Ormai non resta che iniziare i lavori di bonifica: Il Comune ha già intrapreso le iniziative necessarie per recuperare i fondi attraverso i curatori fallimentari della Finman. «La situazione è meno grave di quanto temessimo – ha dichiarato il Sindaco Giambattista Maiorano – e ora che finalmente siamo in possesso dei risultati potremo al più presto formulare una proposta operativa alla Procura di Milano. Avremmo voluto trovare una soluzione molto più rapidamente ma come tutti sappiamo i tempi dei grandi enti sono lunghi. Da parte nostra comunque c’è la volontà di proseguire senza sosta per ridare dignità al quartiere».

Ma anche in questo caso c’è chi non è d’accordo e ritiene che non debba essere la comunità a sostenere queste spese di bonifica, arrivando persino a sostenere che questo sia un problema “privato” e che, non potendo rifarsi sulla società che ha inquinato e ricavato profitto dalle vendite degli immobili ben consapevole del danno ambientale creato, il Comune dovrebbe rifarsi sui proprietari degli immobili. Chiaramente gli intenti dell’Amministrazione sono molto lontani da questa posizione e, assicura il Vicesindaco Rino Pruiti, saranno volti a tutelare il più possibile la salute dei cittadini, proprio per questo «E’ importante che ci sia una totale convergenza del panorama politico locale. – ha dichiarato Pruiti – E’ ora di finirla con le speculazione e le polemiche che rischiano di danneggiare chi ha già pagato e sta pagando un caro prezzo, ovvero le 400 famiglie che abitano il quartiere».

di Francesca Valente