CORSICO – POLITICA LOCALE

“La legalità si costruisce giorno per giorno, senza strumentalizzazioni”

Dopo l’articolo/intervista al Consigliere Comunale Giacomo Di Capua pubblicato nel numero scorso del nostro giornale, abbiamo incontrato la Sindaca Maria Ferrucci che viene chiamata direttamente in causa, perché non avrebbe espresso solidarietà all’esponente dell’opposizione dopo che lo stesso dice di aver trovato sulla propria autovettura un bigliettino anonimo di minacce

Sindaca, come stanno veramente le cose? ferrucci

«La legalità non si improvvisa. Non è un concetto astratto, ma una pratica quotidiana, che cerchiamo di costruire giorno per giorno, con azioni concrete e soprattutto con comportamenti coerenti. Ho chiaramente spiegato, durante una seduta pubblica del Consiglio Comunale, che il volantino mostrato (un biglietto scritto a mano) da Giacomo Di Capua si aggiunge a quelli, sempre anonimi, ma molto meno artigianali, che più volte sono stati distribuiti in città. Secondo le testimonianze di molte persone, lo stesso Consigliere ha apposto sulle macchine parcheggiate dei volantini anonimi fotocopiati. Durante la campagna per le consultazioni per il nuovo municipio, il Consigliere si è presentato a una riunione con due risme di due diversi volantini anonimi da distribuire, cosa che ha suscitato il giusto sdegno di una cittadina. Ma l’abitudine di far politica nascondendosi dietro l’anonimato sembra far parte ormai di una parte della politica corsichese, di una politica antidemocratica che non ci appartiene e che condanniamo apertamente, senza appello. Nel marzo scorso, abbiamo addirittura visto circolare dei volantini di quattro pagine a colori, sempre anonimi, stampati in migliaia di copie e incasellati in diversi quartieri»!

Il Consigliere Di Capua dice di essere stato attaccato addirittura attraverso il periodico comunale. Cosa sarebbe successo? 

«Il Consigliere afferma cose gravissime, del quale si assume tutte le responsabilità perché ritengo vi siano elementi diffamatori. Sul periodico comunale ha attaccato un Comitato genitori, attribuendogli azioni e comportamenti a suo dire non trasparenti. Il Presidente di questo Comitato, anche per tutelare tutte le mamme e papà con bambini che frequentano le scuole dell’obbligo, ha chiesto alla redazione il diritto di replica, che è esplicitamente previsto dalle norme sulla stampa. Tutto qui. Il periodico comunale dà la parola ai Consiglieri in uno spazio specifico, ma non per questo hanno la libertà di diffamare».

Però il Consigliere afferma che si tratta di una questione squisitamente politica: Lui è all’opposizione e quindi la maggioranza non gli esprime solidarietà. Dice che osteggereste la sua critica costruttiva. E’ così?  

«Si ricorda la storia del pastore che gridava “al lupo al lupo”? Quando i comportamenti non sono coerenti, in modo reiterato, è difficile credere che quanto affermato sia veritiero. Comunque, se ha fatto una denuncia come afferma, saranno gli inquirenti ad approfondire e individuare i responsabili dell’accaduto. Stanno già indagando sulle innumerevoli denunce che ho presentato io, per reiterati episodi intimidatori.

Sul fatto che la sua sia un’opposizione costruttiva ho qualche dubbio. Basta vedere quante e quali quesiti, accesso agli atti, e-mail, interrogazioni, interpellanze e mozioni ha presentato durante  questi quattro anni. Un rapporto rispetto alla precedente consiliatura? Mille a uno».

Lei è stata chiamata dalla Commissione Parlamentare che sta raccogliendo tutti gli elementi per comprendere i nuovi modi in cui l’intimidazione si manifesta. Perché a Corsico c’è un’emergenza in questo senso?  

«Purtroppo sì. Le nuove modalità vanno dal tentativo sistematico di screditare le persone con voci messe in giro ad arte alla diffusione di volantini anonimi contenenti frasi ingiuriose o minacciose o falsità. Ci sono poi le diffamazioni su Facebook, sia in modo aperto sia nascondendosi dietro profili falsi. E ancora, le lettere anonime, i messaggi evidenti, anche se non esplicitati. Ho spiegato ai parlamentari della Commissione che alcuni atti intimidatori sono, in qualche modo, riconducibili a persone sulle quali sono in corso indagini, mentre altri si aggiungono a quelli tradizionali, più o meno accentuati, che ricevono i dipendenti comunali».

 

Di Daniele Pappalardo