Trezzano sul Naviglio – Politici e muri di gomma

SOLO MALAFFARE, TANGENTI E ARRESTI?

NO! ANCHE PARECCHI SPRECHI DI DENARO

Se la matematica non è un opinione nel bilancio c’era un “buco” relativo ai crediti di dubbia esigibilità di oltre quattro milioni di euro. Non solo, ma c’è un’accurata indagine che pone il comune di Trezzano al primo posto tra gli Enti della zona per gli sperperi dei soldi incassati dai cittadini2014-11-07 12.01

Non solo malaffare, tangenti e arresti ma anche sprechi, molti e assurdi sprechi di denaro. La lucida e impietosa analisi sui motivi che hanno portato Trezzano ad essere il più “chiacchierato” e disastroso comune del Sud Ovest milanese è tutta li, nel documento scritto dai rappresentanti dello Stato che sono giunti sulle rive del Naviglio Grande per gestire e rimettere in sesto, per l’ennesima volta, ciò che i politici avevano dilapidato e fatto sciogliere come neve al sole. Così, come era facilmente intuibile, ora sullo sfortunato comune, oltre alla spada di damocle rappresentata dalle continue vicende penali, pende anche quella costituita da una serie di eventi prettamente amministrativi che sono in attesa del giudizio della Corte dei Conti. E che la precaria (per citare un eufemismo) situazione economico finanziaria sia atavica è dimostrato dal fatto che la ricostruzione storica effettuata dai commissari inviati a Trezzano dal Prefetto e dal Ministero dell’Interno è partita dai bilanci redatti nel 2005. Bilanci e gestione finanziaria che, purtroppo per i cittadini, hanno messo in evidenza l’abbandono del territorio, l’arretratezza con la quale operava l’intera macchina comunale e il non trascurabile fatto che il cittadino di Trezzano sul Naviglio, grazie ai passati sprechi politico amministrativi, costa molto di più di quelli di tutti i comuni limitrofi. Il Premier Renzi ha detto ai presidenti delle Regioni che di grasso da togliere, visto lo sperpero di denaro pubblico che ha contraddistinto le loro gestioni, ce n’è molto. E la Trezzano politico amministrativa delle tangenti e degli arresti poteva essere tra quei comuni virtuosi che non hanno grasso che cola? Assolutamente no! Un esempio tra le decine che si potrebbero fare è questo: Con la determina 802 del 29 luglio 2008 gli amministratori pubblici di Trezzano sul Naviglio davano il via alla riprogettazione grafica e all’aggiornamento del portale web. In sei anni il programma, che intanto è diventato vecchio e inutilizzabile, non è mai stato istallato; risultato: migliaia di euro (più o meno 8.000) gettati dalla finestra per l’acquisto; alla faccia dei sacrifici chiesti ai cittadini. Leggendo la relazione fatta dai rappresentanti dello Stato emerge però che non ci sono stati solo degli sperperi di denaro pubblico ma anche delle entrate inesigibili nei bilanci per far tornare i conti e spendere soldi che non sarebbero dovuti uscire dalle casse comunali, “nonostante l’eliminazione di oltre due milioni di euro effettuata con il rendiconto 2013, c’è scritto sul documento redatto poco prima delle recenti elezioni, sono ancora presenti in bilancio 1,9 milioni di euro di crediti di dubbia esigibilità”. Affermazioni pesanti come pietre alle quali se ne aggiungono altre non meno traumatizzanti sulle passate procedure contabili del comune di Trezzano come queste: “sono obsolete rispetto alla media degli altri comuni”, contengono un “drenaggio di liquidità che veniva effettuato di anno in anno”, hanno entrate in conto capitale che sono “crollate ai minimi storici sino al punto di non poter più essere nascoste” e comprendono un welfare che è “fuori controllo tanto da essere erogato a favore di soggetti privi dei requisiti dell’indigenza”. Non solo, ma per porre rimedio allo sperpero di denaro effettuato negli anni precedenti e alla conseguente mancanza di disponibilità finanziarie per erogare i servizi, cosa è stato fatto? “Nel 2012, precisano i rappresentanti dello Stato, sono state elevate ai massimi le aliquote IMU e l’addizionale IRPEF”. Insomma, a Trezzano non ci sono state solo tangenti e arresti ma anche una gestione del denaro talmente catastrofica che alla fine ha determinato la grande genialata: “massimo delle tasse e minimo dei servizi”. E come ciliegina finale nella relazione dei commissari appare anche questo: “Si è dovuto segnalare alla Corte dei Conti la procedura relativa ad un appalto finanziato con mutuo acceso presso la Cassa Depositi e Prestiti e mai completato per gravi vizi

progettuali”. Incredibile; non lo andate a raccontare in giro qual è la situazione di Trezzano perché nessuno crederà alle vostre parole. Certo, apportare tagli alle spese, anche se c’è molto grasso che cola, non è mai semplice anche se in casi come quello di Trezzano sono indispensabili. Stabilito che alla nuova giunta non poteva capitare di peggio va anche sottolineato che le decisioni e gli interventi se avviati immediatamente creeranno magari malumori e mal di pancia ma avranno il pregio di consentire non solo di rimanere all’interno delle regole di bilancio imposte dal Governo ma di far vedere ai cittadini che si è cancellato il nefasto passato per costruire un diverso futuro. Temporeggiare o peggio ancora non porre il dito nella piaga avrà conseguenze drammatiche: uscita dal patto di stabilità e taglio del contributo statale di un milione e cinquecentomila euro. Un epilogo che, oltre a rappresentare una vera e propria tragedia sotto il profilo amministrativo si trasformerebbe in un disastro per tutti i cittadini poiché, nonostante le salatissime tasse comunali, potrebbero essere privati anche della miseria di servizi che il comune ha erogato sino ad oggi.

Post scriptum: visto il nuovo e preoccupante colpo di scena sui bilanci del comune non è più rinviabile “il sapere” dove siano finiti i quattrini. Da oltre sei anni si chiede chiarezza su lottizzazioni che ai cittadini sono costate milioni di euro e nonostante siano venuti alla luce sprechi e tangenti sino ad oggi nessuno si è mosso per cercare almeno di capire e far capire. Per rispetto nei confronti dei 19.500 residenti pensiamo sia giunto il momento di nominare una commissione consigliare che verifichi almeno gli atti più chiacchierati.

Di Giorgio Villani