Attraverso la storia di Aarif capiamo insieme quali passi affronta il migrante richiedente asilo dopo l’approdo sulle nostre coste                                                                                        

di Camilla Anzil

Aarif è un giovane uomo di origine siriana che ho scelto come protagonista di un racconto, ispirato a migliaia di storie vere, che mi permetterà di far luce su alcune tappe importanti di un fenomeno tanto discusso quanto delicato: l’immigrazione. Aarif decide di abbandonare il suo Paese d’origine per trovare pace e sicurezza in una terra straniera non attraversata da guerra e distruzione. Aarif approda sulle coste italiane, e non è solo: con lui centinaia di uomini, donne e bambini provenienti da Eritrea, Afghanistan, Sudan, Siria in fuga da situazioni umanitarie gravi e in cerca di protezione. L’Italia, una delle terre tra le più interessate dal fenomeno migratorio, gestisce i flussi di migranti grazie ai numerosi Hub presenti sul suo territorio. Un Hub è una struttura, operativa a livello regionale, che permette lo smistamento dei migranti tra le diverse Province di una Regione. Aarif viene assegnato alla Lombardia e dunque all’Hub regionale di Bresso; ecco il primo di una serie di passi che ogni migrante, come Aarif, affronta al momento dell’approdo in Italia. Bresso non rappresenta soltanto l’Hub della nostra Regione ma anche un C.A.S, Centro di accoglienza straordinaria: è qui che Aarif viene ospitato in attesa di presentarsi alla Commissione territoriale per la verifica dei requisiti necessari per l’ottenimento dell’asilo politico e dello status di rifugiato. Equivalenti ai C.A.S anche i C.A.R.A, Centri di accoglienza per richiedenti asilo, che svolgono la medesima funzione di accoglienza nei confronti di migranti giunti in Italia irregolarmente che intendono chiedere la protezione internazionale. Aarif ottiene il permesso di soggiorno per asilo politico della durata di cinque anni rinnovabili, che gli consente di accedere allo studio, al lavoro, al Servizio sanitario nazionale e alle prestazioni INPS. Tuttavia non tutti i migranti sono in possesso dei requisiti necessari per l’ottenimento dell’asilo politico; in casi come questi è possibile che vengano accordati permessi di genere diverso, come la protezione umanitaria, garantita al migrante per storie e motivi personali legati alla sua vita. In quest’ottica risulta fondamentale l’opera dello S.P.R.A.R, Sistema di protezione per richiedenti asilo e rifugiati, che si occupa dell’integrazione sociale ed economica di soggetti già titolari di una forma di protezione internazionale. Il Comune di Trezzano sul Naviglio ha partecipato al bando S.P.R.A.R candidandosi come Comune ospitante di minori profughi senza figure adulte di riferimento e classificandosi 9° su 173 progetti; di conseguenza ospiterà 14 ragazzi (12 maschi e 2 femmine) nell’immobile sequestrato alla  criminalità organizzata sito in via Pitagora. Non tutti i migranti, inoltre, abbandonano il Paese d’origine per questioni umanitarie come Aarif; sono molti in Italia i migranti economici, provenienti soprattutto dal Corno d’Africa (Senegal, Mali, Ghana) in cerca di un miglioramento delle condizioni economiche o, nel caso di giovani uomini, in cerca di fortuna nel mondo del calcio. Spesso l’Italia viene vista dal migrante solo come “ponte” tra il Mediterraneo e i Paesi dell’Europa centro-settentrionale; tuttavia secondo la Convenzione di Dublino è il Paese di approdo a doversi occupare delle pratiche relative al riconoscimento dell’asilo politico, normativa penalizzante per i Paesi dell’Europa meridionale affacciati sul Mediterraneo e, dunque, più facilmente accessibili. A tal proposito è recente la decisione dell’Unione Europea riguardo la modifica delle norme sull’accoglienza nei confronti dei rifugiati: le nuove norme verranno definite entro marzo 2016 con l’obiettivo di ripartire la responsabilità sul tema dei richiedenti asilo tra i 28 Stati membri.