Il tiro al bersaglio contro Renzi, il suo Governo e la sua larga Maggioranza ha un crescendo rossiniano. Gran parte degli oppositori del Presidente del Consiglio hanno precedentemente governato per anni, rovinando il Paese, altri nemmeno quello hanno fatto. Tutti costoro, costatando le importanti riforme di Renzi nei soli due anni di Governo, i riconoscimenti internazionali ottenuti dal Presidente del Consiglio a beneficio del nostro Paese, vedono il giovane toscano come il loro nemico numero uno e dunque da abbattere a tutti i costi, volendo dimenticare che nessuno di loro saprebbe amministrare il Paese che con loro, inevitabilmente, rotolerebbe immediatamente nel baratro.
Molto recentemente, al termine della lunga relazione davanti al “parlamentino” del PD il Segretario Politico ha bloccato l’insorgere di correnti e, particolarmente, il bisogno di riemergere di Franceschini. Renzi, è evidente, non vuole fare la stessa fine di Prodi e Veltroni che sono stati divorati dal loro Partito. Il Premier ha fatto presente a tutti che “la stagione in cui qualcuno si diverte ad abbattere il leader è finita”. E lascia capire che chi scenderà adesso dal carro quando poi penserà di risalire il posto sarà, da altri più meritevoli, occupato. Per il Segretario il tempo per i giochetti altrui è finito in quanto le energie di tutti debbono essere messe a disposizione per rilanciare la crescita del Paese. C’è stato recentemente uno scontro cruento anche con Cuperlo. Costui, rappresentante della “sinistra Dem”, ha chiesto “mani libere” sul referendum. Cuperlo ed i suoi pochi virgulti vorrebbe votare “no” al Referendum e/o comunque ricattare il Governo. Di Cuperlo si ricordano solo bei discorsi, parole. Di lui parlamentare nessuno ricorda provvedimenti che abbiano favorito il Paese. Parla di una “sinistra” che la storia ha cancellato da molto tempo nel mondo e di cui non se ne parla più, in concreto, nemmeno in Cina ed in Russia, nazioni madri del comunismo di regime. A Cuperlo ed ai suoi adepti Renzi ha risposto di smetterla con la strategia del Conte Ugolino, “se mi volete fare fuori chiedete il Congresso e vincetelo” ma i virgultini di “sinistra” hanno un consenso irrisorio, pari al 18% del PD.
E’ sorta in questi giorni una nuova complicazione. Dal 2014 il Nuovo Centro Destra appoggia il Governo Renzi. Una inchiesta avviata dalla Procura di Roma tira in ballo il fratello del Ministro Alfano, che uno degli indagati dice di aver fatto assumere alle Poste come Dirigente. La presenza del nome del Ministro Alfano nell’inchiesta romana ha registrato in primis una richiesta di Di Battista di 5Stelle che ha chiesto al responsabile del Viminale di venire in Parlamento per chiarire la posizione. Successivamente mezza opposizione (M5S, Lega, Fdl, Sel) fa richiesta delle dimissioni di Alfano, annunciando mozioni di sfiducia. L’Opposizione nel suo insieme comunque urla senza agire ancora, forse pensa che la fragilità del nostro sistema sia tale da far temere a tutti il crollo dello stesso. Certo il risultato negativo del “referendum” potrebbe rappresentare il raggiungimento, da parte di Renzi, del suo capolinea (sue dichiarazioni) e dunque la conseguente caduta dell’Esecutivo. Ed il presumibile “no” al referendum, da parte di coloro che in tale senso si esprimeranno, giungerà, come oggi è prevedibile, dall’indicazione che daranno in tale direzione: i cespugli della Sinistra Dem, la Lega, i 5Stelle, Forza Italia, che – strano caso – quelle leggi peraltro ha approvato, altri figli inoltre di quella confusione che attualmente regna nei Partiti di Centro. Se il referendum, ad avviso di chi scrive, dovesse passare il Paese avrà strade in discesa, l’Italia proseguirà nella direzione che assicurerà la crescita. Se il “no” dovesse prevalere il Paese “guadagnerà “instabilità politica” e tutto ciò che di negativo da qui ne consegue, anche se la democrazia avrà svolto il suo………………… ruolo.
La materia di cui si occupa il referendum è delicatissima. Dopo il voto inglese ci si chiede se sia per tutti conveniente affidare al popolo decisioni così difficili. Sull’argomento esistono filosofie diverse, tutte peraltro rispettabili. Il referendum a fine anno avrà comunque luogo, ma una riflessione sull’argomento merita di essere fatta dagli studiosi e dalla nostra classe politica, nell’interesse del Paese.

Di Salvatore Randazzo