Piorrea è un termine di uso popolare che evoca perdita di denti anche se sani, dentiere traballanti e sorrisi deturpati. Dal punto di vista odontoiatrico si parla di parodontite che, pur mantenendo il primitivo significato, è divenuta una malattia curabile e prevedibile. È una malattia che colpisce e distrugge l’osso attorno ai denti, i legamenti dentali ed arrossa e fa sanguinare le gengive. La piorrea si instaura per diverse cause, la più importante è la cattiva igiene orale associata a presenza di tartaro, fumo, anemie carenziali, malattie sistemiche come il diabete o importanti squilibri ormonali. Il primum movens è tuttavia sempre la cattiva igiene orale, che permette il formarsi della placca batterica le cui tossine penetrano nelle gengive, che si infiammano, diventando gonfie ed arrossate, dolenti al tatto e sanguinanti. Se il tartaro e la placca batterica non vengono rimossi dall’intervento periodico (ogni 6-12 mesi) dal dentista, si assiste ad un graduale abbassamento della gengiva, con la formazione di tasche ossee, ascessi locali, e mobilità dentale che porta alla loro perdita. Queste fasi possono essere subdole e se il paziente non esegue i controlli con effettuazione della detartrasi, ci si accorge della malattia quando questa è molto avanzata e si rendono necessari interventi piuttosto impegnativi e piuttosto costosi. Fortunatamente la dentiera, rimasta per lungo tempo l’unica soluzione, appare oggi un ricordo sempre più lontano, grazie alla possibilità che abbiamo di praticare chirurgia plastica parodontale, ricostruendo l’osso con innesti o con rigenerazione tissutale e, nei casi più avanzati, ricorrendo all’implantologia per sostituire i denti mancanti.
Nei nostri studi la malattia viene curata con successo con un semplice protocollo operativo e consigli per il mantenimento: -Rimozione del tartaro e della placca batterica sub gengivale ogni 6-12 mesi; -Levigatura radicolare che ci permette, con gli strumenti adatti, di andare più in profondità e nelle tasche attorno ai denti; -Somministrazione di antibiotici contro germi aerobi ed anaerobi in caso di infezioni gengivali; -Chirurgia dei lembi, innesto di tessuto molle, innesto osseo, rigenerazione tissutale: si tratta di interventi chirurgici più o meno invasivi, da considerarsi quando le altre tecniche non sono sufficienti a fermare la malattia; -Terapia implantare come ultimo rimedio per sostituire i denti persi.

Mantenimento:

Cosa Fare: Controlli periodici dal dentista; utilizzare uno spazzolino a setole medie e punte arrotondate, da cambiare ogni mese, per non irritare le gengive; massaggiare le gengive con uno stimolatore gengivale specifico, per alleviare la sensazione di prurito e bruciore; limitare i contatti con sostanze irritanti; utilizzare un collutorio battericida; introdurre calcio con la dieta; lavare sempre i denti dopo ogni pasto; utilizzare dentifrici non abrasivi.

Cosa non fare: non fumare; non bere alcolici non spazzolare energicamente i denti per non far sanguinare inutilmente le gengive; eccessiva igiene orale; usare dentifrici abrasivi; temporeggiare prima di farsi visitare dallo specialista; eseguire risciacqui coi collutori senza aver prima pulito i denti.

Hai ancora dei dubbi? Rivolgiti agli specialisti dei nostri studi che ti sapranno consigliare la corretta terapia in funzione dello stadio della malattia di cui eventualmente soffri.

A cura del  Dott. Aurelio Cazzaniga  
Medico Chirurgo Odontoiatra
Specialista in Chirurgia Generale
Direttore Sanitario