Si preparerà un Fondo per la ripresa. L’incognita riguarda i tempi in cui la decisione presa si tradurrà in gesti concreti

L’Europa ha compiuto un altro importante passo verso i Paesi indebitati. Si prepara un Fondo per la ripresa di oltre 1000 miliardi. Ci si domanda quando le imprese messe in ginocchio dal coronavirus riceveranno le risorse. Data la situazione di generale grave crisi, la risposta non può che essere rapida sia per non far sì che il rilancio rimanga una idea che per determinare un recupero della fiducia nelle Istituzioni europee. I contraccolpi del coronavirus hanno colpito tutti e fatto anche capire che la crisi sarà traversale. E però ciò che fino a qualche giorno fa sembrava insperabile oggi pare si sia modificato in meglio. Ursula von der Leyen, Presidente della Commissione Europea, ha presentato al nostro Paese le scuse, riconoscendo che inizialmente l’Italia, Socio fondatore dell’Unione, era stata lasciata sola. La Germania si è resa conto che le richieste avanzate da Italia, Francia e Spagna e da altre nazioni non erano cervellotiche e che dunque si doveva mostrare maggiore solidarietà e così l’Olanda si è ritrovata ridimensionata dalle logiche continentali. Tocca ora alla Commissione proporre il più importante degli strumenti comuni: Il Recovery Fund. Nel momento dell’accoglimento delle nostre richieste il Governo italiano si è presentato al Consiglio Europeo purtroppo indebolito dai contrasti tra fautori e oppositori del MES, con il veto di alcuni rappresentanti del Movimento 5Stelle (facenti parte del Governo ed in linea invece con la opposizione di Lega e F.lli d’Italia) che farebbero a meno in modo becero di 37 miliardi di euro che dall’Europa verrebbero all’Italia. Per paradosso quello che non hanno capito i 5Stelle rapidamente lo ha compreso Berlusconi che con una sola mossa ha spiazzato Salvini e la Meloni. Il sovranismo, peraltro, non ha una linea comune. In Europa si mostrano compatti solo quando attaccano Bruxelles, per il resto si mostrano molto lontani. Tanto che accusano i loro Governi di cedevolezza verso nazioni come l’Italia. Ma torniamo al Vecchio Continente. In Europa, da tempo, prevalgono solo i forti. In particolare la Germania. Con tale andazzo le fratture non farebbero che allargarsi e tutte le economie, il tessuto sociale ed i sistemi politici, andrebbero alla deriva. Il Recovery Plan da oltre 1000 miliardi di euro eliminerebbe tale pericolo rinsaldando l’Unione. A brevissima scadenza la Commissione dovrà proporre i dettagli ai governi. Ma anche l’Italia deve fare la sua parte. Il nostro Paese non può pretendere un colossale aiuto dall’Europa ed al contempo tollerare una evasione fiscale per almeno 110 miliardi l’anno, pensioni a quota 100, redditi di cittadinanza, giustizia lenta ed incerta. Il nostro Paese deve correggere tale comportamento per alcuni versi irrazionale e per altri illecito. Bisogna dimostrare di saper spendere al meglio e con scelte coraggiose le risorse del Recovery Plan. Inoltre, è noto, che in Italia gli investimenti non partiranno mai senza che si provveda a sciogliere l’intreccio dei procedimenti amministrativi. L’Italia non si può insomma permettere, se si presenta una buona occasione, che la stessa venga sprecata e ciò perché siamo incapaci di saperci modernamente organizzare. L’Europa che ne è uscita dal recente vertice ha dimostrato di essere grande ed interconnessa per poter fallire.

Italia dunque svegliati. Riprendi le energie positive, così come avvenne durante la Resistenza, per riprendere in mano il tuo glorioso destino, essendo unita contro le smanie revisioniste.

Salvatore Randazzo