Siamo una categoria imprenditoriale che dall’inizio dell’emergenza coronavirus ha dovuto chiudere le proprie attività e, per la peculiarità del servizio offerto, sarà purtroppo l’ultima a riaprire. Si tratta dei parchi gioco e ludoteche al coperto. In Italia si stimano più di 2500 strutture e tale numero è in costante aumento, in quanto negli ultimi anni la tendenza ad usufruire di questi servizi è in continua crescita: Sono centinaia di migliaia gli utenti che si rivolgono a noi costantemente per richiedere i numerosi servizi offerti. Con il tempo tutte le nostre strutture si sono perfezionate per poter rispondere alle molteplici esigenze della clientela, divenendo un punto di riferimento importante sul territorio per le famiglie con i bambini.

Per le caratteristiche di igiene, sicurezza e spazi dedicati, i nostri servizi sono adatti anche a bimbi con bisogni speciali (disturbi dello spettro autistico, difficoltà relazionali, iperattività…); nelle nostre strutture possono relazionarsi con altri bambini e muoversi in libertà e sicurezza.

Proprio per la nostra natura di micro-imprese con attività in molti casi a carattere stagionale, non abbiamo la possibilità di accumulare capitali che ci permettano di affrontare chiusure straordinarie. I decreti finora emanati non prevedono alcun tipo di sostegno per il nostro settore, che, non avendo ad oggi una rappresentanza specifica, rischia di rimanere escluso anche da qualsiasi provvedimento futuro.

Abbiamo costi fissi molto elevati, primo su tutti l’affitto, che è divenuto insostenibile. Molti parchi gioco lombardi sono stati costretti ad inviare lettere di disdetta ai proprietari degli immobili, perché ormai hanno dato fondo all’ultimo centesimo. La chiusura definitiva della categoria, perché è proprio questo il rischio cui si va incontro, provocherebbe, oltre che un grave problema economico per migliaia di operatori del settore, anche un drastico riassetto delle abitudini di vita dei bambini, che si vedrebbero ancora una volta penalizzati da tutta questa situazione che si sono visti piovere addosso senza ben comprenderne le motivazioni. Sono diversi i nostri clienti che ci telefonano o ci inviano la loro solidarietà dicendoci che i loro bambini spesso chiedono quando potranno tornare da noi a giocare, o a festeggiare il loro compleanno insieme ai loro amichetti. E’ giusto che al momento siano in sicurezza, ma bisogna anche dar loro una speranza di ritorno alla normalità che, dal punto di vista ludico, molto importante per lo sviluppo psico sociale del bambino, rischia di non avvenire.

Chiediamo che ci vengano riconosciuti aiuti concreti, non in termini di finanziamento, perché sarebbe aggiungere costi ad altri costi, ma in termini reali, quali ad esempio contributi a fondo perduto, sostegno economico per affitti, imposte e utenze.

Chiediamo alle Istituzioni di considerare anche noi, che non avendo una rappresentanza di categoria, abbiamo paura di essere completamente dimenticati dalle Istituzioni, come è avvenuto finora.