Il Presidente Fermi: «Iniziativa che offre opportunità concrete di formazione professionale e di reinserimento»
Un “quaderno
dei sapori”, in cui semplici ingredienti e ricette nate nelle celle dei penitenziari
italiani si mescolano a storie, emozioni, ricordi di chi è in cerca di
riabilitazione e reinserimento nella società. Questo il senso del progetto “Cucinare
al fresco” che, uscito dalla fase di ideazione e sperimentazione nella Casa
circondariale del Bassone di Como, approda ora in tutte le librerie.
La prima raccolta di ricette preparate dietro le sbarre è stata presentata lo
scorso 15 Giugno a Palazzo Pirelli alla presenza del Presidente del
Consiglio regionale della Lombardia Alessandro Fermi, della coordinatrice
del progetto Arianna Augustoni, del direttore del carcere comasco Fabrizio Rinaldi, di Giorgio
Leggieri direttore del carcere di Bollate (MI) e della Presidente della
Commissione speciale sulla situazione carceraria Antonella Forattini. «Si tratta di un’iniziativa molto bella e molto valida, che offre stimoli
intelligenti a chi sta scontando pene all’interno delle carceri– ha sottolineato il Presidente
Fermi -. Un modello di collaborazione tra agenti, persone ristrette e
agenti di Polizia penitenziaria che può essere replicato in altri istituti e
che offre opportunità concerete di formazione professionale per il post
detenzione». L’iniziativa comasca è stata replicata in dodici
istituti a livello nazionale. All’attivo sono più di dieci i ricettari già
pubblicati, oltre 600 ricette aggiornate ogni giorno, disponibili anche sui
canali social e sulle piattaforme di e-commerce. «Il lavoro è partito da gruppi di lavoro che hanno messo al centro di ogni
lezione le persone ristrette, i loro vissuti e le loro aspirazioni di
cambiamento e di speranza – ha
spiegato la coordinatrice del progetto Arianna Augustoni -. Ho
lasciato a loro il compito di organizzare il progetto in base alle singole
esigenze, ma sempre con un solo obiettivo: raccontare le proprie esperienze in
cucina attraverso un linguaggio corretto e preciso. Dal racconto alla scrittura
il passo è stato breve, in quanto le tante nozioni sono state organizzate per
dare vita a una pubblicazione che raccontasse queste esperienze anche
all’esterno».
Plauso all’iniziativa è stato espresso anche dalla Presidente Forattini e dal capogruppo del Partito Democratico Fabio Pizzul, che hanno sottolineato come «progetti come questo, che danno un obiettivo e una prospettiva per il fine pena, debbano essere sostenuti e incentivati». «Abbiamo ricominciato a vivere, ad assaporare la libertà – ha raccontato Luigi, uno dei componenti della redazione di Cucinare al fresco-. Non è semplicemente un ricettario, ma una speranza, un percorso per comprendere meglio un cammino di riabilitazione. È una testata giornalistica ideata e scritta da persone che hanno perso la libertà, ma che non si sono perse d’animo e hanno deciso di rimettersi in gioco attraverso il cibo, spiegando i metodi utilizzati nelle stanze di reclusione per cucinare con le risorse a loro disposizione».
Un percorso che vuole creare momenti di normalità durante la detenzione e offrire nuove chance di vita e nuovi percorsi riabilitativi.
di Monica Areniello