Tali Partiti accarezzano tale idea in quanto si sentono mancare terreno e voti sotto i piedi

Il quadro internazionale è assai cupo. Una guerra destinata a durare a lungo ed una certa recessione mondiale alle porte sanno di perfetta tempesta. Se guardiamo in casa nostra notiamo una attività a tempo pieno di Lega e 5 Stelle volta a logorare il nostro Governo di cui peraltro tali forze politiche fanno parte. Se dovesse fallire l’azione di Governo in materia di impiego dei Fondi di Recovery nel rispetto dei patti concordati con Bruxelles ci sarebbero due conseguenze: L’impossibilità di contrastare gli effetti della recessione ed un danno reputazionale che si ripercuoterebbe sul lungo termine. L’Italia agli occhi dell’Europa si dimostrerebbe totalmente inaffidabile. Avere partiti deboli ed istituzioni di governo fragili è la peggiore combinazione possibile per la nostra Repubblica in questa pericolosissima fase della storia del Pianeta. Lo capiranno o lo vorranno capire certi nostri politici?

C’è da chiedersi che cosa sarebbe successo in questi mesi se invece di Mario Draghi nei consessi europei e statunitensi fosse apparso un nostro premier espresso dai nostri populisti e per di più sostenuto da una maggioranza tanto eterogenea quanto risicata. Non è difficile prevedere che peso e credibilità dell’Italia sarebbero stati fortemente ridotti.

Non dimentichiamo il giugno 2018 in cui il nostro Governo era a maggioranza antieuropeo ed anti Nato, con Governi: 5Stelle e leghisti, caduti fragorosamente tra insulti reciproci. Adesso Leghisti e grillini sembrano riavvicinarsi nel segno della ostilità a Draghi e nei distinguo circa le misure prese contro l’aggressione russa all’Ucraina. Non rendendosi conto tali forze politiche (si fa per dire) che la virulenza e la ripetitività con le quali attaccano Palazzo Chigi abbiano qualcosa di eccessivo e di molto stonato. Tali forze non ricercano un compromesso. In particolar modo i grillini allo sbando mostrano come soffrano di essere orfani di Palazzo Chigi, delegittimando anche, con tale atteggiamento, il Ministro degli Esteri Di Maio, sodale di Partito di Conte ed in linea con la politica tracciata da Draghi. I Cinque Stelle sognando illusorie rivincite politiche dimostrano di aver perso anche un minimo di lucidità.

Per fortuna che Draghi c’è ed opera, sostenendo incessantemente: “Siamo qui per fare quello che serve all’Italia, ai lavoratori, alle imprese, non per stare fermi, in particolar modo ora perché la guerra scatenata da Putin in Ucraina rende i nostri sforzi di cambiamento più complessi e più necessari”.

Il Premier si è detto più sereno per il compromesso raggiunto sui “balneari”. Ha comunque sottolineato che la “concorrenza” deve essere approvata entro il 31 dicembre ma la “delega deve essere approvata ora perché bisogna scrivere i decreti legislativi”.

L’orizzonte si schiarisce un po’ ma i risultati per il Paese arriveranno quando il “sereno” sarà una realtà e l’Italia, perché ciò avvenga, più che di populisti ha bisogno di rappresentanti che operano nell’esclusivo interesse della “polis”.

di Salvatore Randazzo

Il giornale è stato redatto il 27 maggio 2022