Il settore alberghiero subisce un crollo dell’88% nel secondo trimestre del 2020: Crisi per le città d’arte che soffrono la mancanza dei turisti stranieri

L’estate è ufficialmente finita ed è arrivato il momento di tirare le somme e fare i bilanci. Uno studio condotto da Confindustria Alberghi mette in luce un quadro difficile per l’industria del turismo e soprattutto per il settore alberghiero. L’effetto della pandemia, l’assenza dei turisti stranieri, le partenze tardate o rinviate e le misure di contenimento da rispettare sono state le principali cause che hanno fatto perdere al settore dell’hotellerie italiana l’88% del fatturato nel solo secondo trimestre (fonte: Istat). Ad aver sofferto di più in questa stagione sono state soprattutto le strutture alberghiere delle città d’arte, per cui si stima un calo del fatturato tra il 70 e il 90% rispetto al trimestre giugno-agosto del 2019. Il numero degli arrivi è diminuito del 60% rispetto all’anno scorso e i pernottamenti hanno subito un calo di oltre il 70% rispetto allo stesso trimestre del 2019. Le città d’arte sono sempre state mete preferite dei turisti stranieri che nel solo mese di agosto sono calati del 70% secondo un rapporto di Federalberghi Veneto. Per cercare di aiutare gli esercizi commerciali delle principali città d’arte, il governo ha stanziato oltre 500 milioni di euro da destinare a coloro che hanno subito un calo del fatturato di almeno un terzo rispetto al 2019, dovuto proprio alla mancanza di turismo internazionale. Dati leggermente migliori per le strutture alberghiere delle mete balneari che hanno subito una flessione del 40% rispetto allo stesso trimestre 2019, perdita senz’altro aggravata dall’avvio tardivo delle attività nelle principali mete estive. La riduzione del fatturato si è invece fermata al 30% per gli alberghi di montagna. Secondo Marina Lalli, presidente di Federturismo Confindustria, si sono registrati 25mln di turisti stranieri in meno nel mese di agosto, dove neanche la settimana di Ferragosto è riuscita a far respirare il settore turistico. Come accennano i dati di Confindustria Alberghi – secondo cui più del 63% delle strutture alberghiere risulta ancora chiusa e il tasso di occupazione delle camere è poco superiore al 10% rispetto al 2019 – la crisi più forte la stanno vivendo proprio le città d’arte, a causa del crollo del turismo internazionale. Per tirare le somme, gli operatori del settore sostengono che agosto non è stato poi così male, ma certo non tale da recuperare le perdite dei mesi precedenti. Una nota positiva in questo bilancio chiaroscuro è il netto aumento di turisti italiani nel Bel Paese, opportunità per tutte le strutture turistiche di fidelizzare – nuovamente – il turismo nazionale. Sfida accettata o occasione persa?

di Laura Ruggeri