La Federazione Russa ha fatto precipitare il Continente Europeo in stragi, distruzioni, che si pensava  non avessero più a riprodursi dopo la seconda guerra mondiale

Il diritto a difendere la propria vita, il proprio popolo comporta talvolta anche il triste ricorso alle armi. Sostenere anche con le armi il popolo ucraino non significa alimentare la guerra. Al contrario è l’unico modo ad indurre Putin, che minaccia il mondo ad adottare anche le armi nucleari, al compromesso che può fermare la guerra. Infatti, una volta esaurite tutte le possibilità di un pacifico accomodamento, non si potrà negare ai governi il diritto di una legittima difesa che può indurre altre nazioni a sostenere ed aiutare la resistenza del popolo aggredito.

Recentemente il Capo dello Stato Italiano, Sergio Mattarella, ha dichiarato: «Il bersaglio della guerra non è solo la pretesa di sottomettere un Paese indipendente come l’Ucraina. L’attacco russo intende colpire le fondamenta della democrazia, rigenerata dalla lotta al nazifascismo, dall’affermazione dei valori della Liberazione combattuta dai movimenti europei della Resistenza, rinsaldata dalle Costituzioni che hanno posto la libertà ed i diritti inviolabili dell’uomo alle fondamenta della nostra convivenza».

Ora l’Europa chiede fortemente che tacciano subito le armi, che si ritirino le forze d’invasione, che venga affermato il diritto del popolo ucraino a vivere in pace e libertà.

L’Italia, ha sostenuto il Presidente del Consiglio Draghi, vuole l’Ucraina libera e la vuole nell’Unione Europea.

Si fa fatica a capire come un certo populismo italico, forse foraggiato da Mosca, possa essere contrario al fatto che i Paesi dell’Unione Europea e di conseguenza anche l’Italia, diano armi agli ucraini senza le quali sarebbe stato impossibile potersi difendere. Se noi a suo tempo non avessimo ricevuto armi ed interventi di altri Paesi amici non ci saremmo liberati dal fascismo e dal nazismo. In queste settimane l’Europa ha dimostrato una compattezza ed una coerenza non scontate, tanto più se si pensa ai rapporti economici e diplomatici che alcuni Paesi della UE avevano con la Russia. Ora bisogna andare avanti con la stessa coerenza guardando al futuro.

Il Presidente russo, recentemente, ha illustrato i motivi che hanno richiesto la sua operazione militare, sostenendo, mentendo in modo spudorato, che l’Ucraina è parte inalienabile della loro storia, non ricordando però, e ciò è particolarmente grave, che il popolo ucraino aveva votato per l’indipendenza del Paese nel 1991 con una maggioranza del 91%. Ordinando l’aggressione ingiustificata all’Ucraina, Putin ha violato molti principi che reggono l’ONU: Il rispetto della sovranità degli Stati, la regola dell’autodeterminazione dei popoli etc., etc., quindi, così comportandosi, la Federazione Russa è ora uno stato fuorilegge.

Putin sa perfettamente che il suo Governo è un crudele aggressore e che sta combattendo una guerra decisiva tra il suo Paese autoritario ed i Paesi liberi e l’esito, per Putin, è più importante dello stesso destino dell’Ucraina, perché darà una spinta poderosa alle democrazie  od ai totalitarismi, a seconda di chi prevarrà.

La NATO ha ritrovato una unità straordinaria che nessuno si aspettava. E’ un bene prezioso, ma l’Europa dovrà dotarsi di una forza militare convenzionale sufficiente per difendersi autonomamente per missioni come quelle nei balcani. Sapranno, i tanti staterelli del Vecchio Continente, sentirsi finalmente figli di una grande Europa unita?

di Salvatore Randazzo

L’articolo è stato redatto in data martedì 29 Marzo 2022