Si otterranno buoni risultati se i Partiti accantoneranno i loro egoismi per privilegiare l’interesse nazionale

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A cura di Salvatore Randazzo

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Con le parole: RIGORE, CRESCITA ed EQUITA’ Monti ha sintetizzato l’azione del suo Governo, con un calendario di attività alquanto rapido: prima l’emergenza conti e successivamente lo sviluppo. Il nuovo Presidente del Consiglio ha anche precisato come intenderà riconoscere positivamente l’apporto delle giovani generazioni e delle donne, categorie fino ad oggi erroneamente marginalizzate che, ad avviso del nuovo Presidente in quanto trascurate, sono anch’esse parte della mancata crescita. Il Governo Monti è nato sia per opera del Presidente della Repubblica (cui dovrebbe andare il plauso di tutti gli italiani per aver degnamente rappresentato, in un momento veramente tragico,  l’unica grande Istituzione, che si è così salvata dalla catastrofe politica che ha distrutto il nostro Paese), che per l’effetto di un largo movimento di opinione pubblica, in particolar modo di coloro che non hanno mai condiviso Berlusconi e di tutti coloro che lo hanno sempre votato e che ora sono stati costretti a chiedere ad altri di tirarci fuori dai guai in quanto l’ex Presidente del Consiglio non è stato all’altezza di quell’importante compito: L’arte del governare. Era impensabile nel 2008, quando il Centrodestra vantava in Parlamento la più grande maggioranza della storia della Repubblica come la stessa non sia stata capace di realizzare le riforme utili per il Paese. Proprio quelle riforme, che dal 1994 Berlusconi aveva sempre promesso: liberalizzazioni, privatizzazioni, sburocratizzazioni, riforma del sistema fiscale, famiglia, lavoro, ecc. ecc. . Al contrario, dal 2008 a questa parte si è assistito, da parte del Centrodestra, sia ad una sempre esclusiva attività volta ad approvare leggi ad personam ad uso del “principe”, con il sempre beneplacito consenso della “pura” LEGA NORD, che al solo sterile litigio tra i vari prezzi di tanta maggioranza e tra Ministri del predetto Governo, gli uni contro gli altri armati. Il Paese, tutto il Paese responsabile, oggi chiede al nuovo Governo di fare tutte quelle cose difficili e, diciamolo, anche impopolari, che dovevano e dunque debbono essere fatte e gli chiede di non tener conto di tutti quei paletti di sorta che in ipotesi,  in futuro prossimo, volessero mettere le vecchie ed obsolete nostre forze politiche. Questa è la vera forza del Governo Monti. La distribuzione dei sacrifici sarà equa, assicura Monti, e tanto sarà giusta tanto sarà condivisa dalla Nazione, essendo chiaro a tutti che, se non si realizzeranno le riforme veramente incisive che necessitano, saremo tutti sottoposti a condizioni più dure. Monti ha affermato che “l’Europa siamo noi”, che un crollo dell’Italia porterebbe inevitabilmente alla fine dell’euro con il conseguente blocco dell’integrazione europea e che anche per tali motivi la nostra nazione non può restare l’anello debole della UE. Che dovremo convincere contemporaneamente noi stessi ed il resto d’Europa che intendiamo imboccare la strada della riduzione del rapporto tra debito e pil, che vogliamo essere competitivi per finalmente crescere. Proprio in un recente incontro  Monti ha assicurato i partners europei che lo sforzo dell’Italia è quello di mettere l’Europa al centro dell’attività del suo Governo. Ma la linea Monti, per essere vincente, deve essere accettata da tutti gli italiani, siano essi Partiti, siano essi popolo. E’ necessario che ciascuno adotti uno stile nuovo, un più sano modus vivendi. La realistica paura del nostro fallimento deve costringerci a svegliarci dalla pigrizia della cattiva consuetudine, deve allontanarci dagli sprechi, dall’illegalità, dalla evasione fiscale, dalla politica corrotta ed immorale che crea spesa improduttiva, dall’immoralità diffusa, dal mal costume. E’ il momento che il Governo parli al Paese dei sacrifici ma anche della speranza per acquisire una propria immagine politica, per resistere ad un prevedibile attacco dei partiti.

Il Presidente del Consiglio, Mario Monti

Il Governo Monti deve svolgere due compiti importanti: deve affrontare l’emergenza con quelle azioni forti che i partiti, schiavi del consenso elettorale, non hanno saputo realizzare e deve, o dovrebbe, inoltre bloccare quelle continue lotte maggioranza/opposizione al fine di permettere alla classe politica di assumere in futuro un aspetto più fattivo e rispondente. Sarà possibile? Le diverse  forze politiche sono così avvelenate fra loro ed al loro interno che tanti diversi scenari futuri saranno tutti possibili. Si può in ipotesi riformare un grosso blocco centrista e ciò non contrasterebbe proprio con le nostre vecchie tradizioni. Si può smembrare il PDL, il cui contraccolpo coinvolgerebbe anche il PD, mandando a gambe in aria il bipolarismo. E’ pure vero che il PDL in questi ultimi giorni ha fatto dichiarazioni di fedeltà pubbliche per calmare la tensione crescente con la Lega, ma tale ultimo schieramento, avendo avvertito che proprio a causa di quel tal legame con gli “azzurri” si è giocato parte di quel suo elettorato “duro e puro”, adesso sta cercando di salvaguardare la propria identità, nella speranza di mantenere i consensi per poter decidere solo in futuro quali alleanze fare. Insomma, ci pare che i Partiti in Italia, ad esclusione della Lega, hanno votato la fiducia, ma tutti vogliono mantenere le mani libere ed il diritto di mandare a casa Monti, non appena ne avranno la convenienza. Non è quello che il momento richiede ma sembra, al momento che sia proprio così. La politica, in questo momento così difficile, sembra che preferisca essere………… irresponsabile. Il Capo del Governo conosce perfettamente che l’atteggiamento dei Partiti è dettato da convinzione e costrizione, sa che solo un anno e pochi mesi li separa dalle elezioni, conosce anche che durante tale periodo ci si incontrerà con l’ultimo anno del mandato del Presidente della Repubblica e che quando gli eventi sono le “elezioni”: politiche e/o del Capo dello Stato, le condizioni, gli accordi (se poi accordi esistono) possono mutare e tutto può diventare molto grigio con ricadute evidentemente negative per il Paese. Terzo punto di riflessione è sull’esito, in Primavera, del referendum elettorale ed in tale caso i sussulti dei Partiti andrebbero a finire, come è evidente, interamente su Palazzo Chigi. In questo sfondo di poche luci e tante ombre rimane la nostra grave situazione finanziaria da gestire, una economia tutta da rilanciare e l’intera Italia da reinventare. Tantissimi auguri Presidente.

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