Ci pare sia molto  difficile, per qualche “dirigente scolastico”, accettare le critiche…

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A cura dell’Editore Dario Mernone

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Sul nostro n. 16 del  21 ottobre 2011 ci siamo occupati, con un articolo a firma “La Redazione”,  di un incontro promosso da ANPI su “Come sta la scuola a Trezzano”. Nello stesso abbiamo apprezzato tanti interventi che si sono succeduti, così come abbiamo anche evidenziato che ci sono sembrate poco costruttive le dichiarazioni rilasciate dalla dirigente scolastica Laura Longo alla quale, come la stessa ha dichiarato, “non piacciono le famiglie quando le stesse oltre a chiedere informazioni muovono critiche alla scuola”. Tale direttrice “dopo lunga riflessione” ha ritenuto di dover  esprimere sue riflessioni, riportate su una lettera dalla stessa anche a noi indirizzata. La Direttrice ha affermato che  il nostro “articolo è stato scritto presumibilmente da un genitore che ha intenzionalmente stravolto il mio intervento……….. peccato che non abbia avuto il coraggio di firmarlo”, che il senso del suo intervento era invece diverso, che avrebbe voluto dire “quanto sia faticoso far accettare alle famiglie le difficoltà e gli errori dei loro bambini quando la scuola li segnala in vista di un percorso di crescita condiviso”. “Che la scuola non ha mai negato l’ascolto, né si è sottratta a fornire informazioni anche se non richieste né dovute; altra cosa è invece consentire alle famiglie di intervenire in decisioni che competono in via esclusiva all’organismo tecnico, il Collegio dei Docenti o alla Dirigente Scolastica”. La Direttrice inoltre ha precisato che le “accuse rivolte alla scuola ed a me direttamente sono generiche e gettano un discredito pubblico ed infondato, indubbiamente il genitore fa riferimento ad un vissuto personale che non esplicita, utilizzando la stampa locale come strumento di diffamazione”. Sic! Come sempre lasciamo il commento, su quanto sopra, ai nostri affezionati lettori che sono i destinatari del nostro lavoro ed al cui giudizio sottoponiamo da sempre i nostri articoli ogni 15 giorni, essendo noi fedeli nello scriverli allo spirito della “Carta dei doveri dei Giornalisti”, riconoscendoci in tutto in tale documento, nel difendere con il nostro operato trasparente e veritiero il diritto all’informazione di tutti i cittadini ai quali, su semplice loro richiesta, possiamo offrire copia dell’articolo in questione. In primis ci pare giusto precisare che articoli a sola firma “La Redazione” si trovano sulla stampa nazionale ed internazionale e dobbiamo ritenere che tale comportamento non sia certo da ascriversi, per loro come per noi, “per mancanza di coraggio”. Il nostro “locale”, infatti, in alcune occasioni, per motivi tecnici, usa la firma “La Redazione” così come lo stesso propone anche articoli a firma personale su: costume, politica nazionale ed internazionale, ambiente, sport, salute, assumendocene sempre le responsabilità così come ce l’assumiamo quando sono a firma “La Redazione”. Peraltro,  su ogni nostro numero sono riportati tutti i nomi che compongono la Redazione che, come è noto, è formata dal complesso dei giornalisti che si occupano della composizione degli articoli. Non si nasconde da noi dunque nessuno. Inoltre, sui nostri articoli tutto quello che scriviamo ha esattamente il senso, il significato, il sapore, il connotato, la profondità di quello che vogliamo dire e di ciò che da altri è stato detto. E’ la prima regola della comunicazione, sarebbe cosa buona che tutti la applicassero e ciò per evitare fraintendimenti. Quello che noi abbiamo sentito in quell’incontro e che anche altri hanno ascoltato, noi lo abbiamo riferito. Alla Direttrice peraltro è ben noto che non abbiamo mai sostenuto che le famiglie debbano intervenire in decisioni che solo altri sono legittimati ad assumere, così come al contrario siamo convinti, e qui lo ribadiamo, che proprio tali decisioni possono a posteriori essere criticate dai genitori e dai cittadini di questo nostro Paese, perché riteniamo che abbiano ed abbiamo su tutto libertà di pensiero e di espressione. Così come sopra abbiamo precisato, noi scriviamo per informare e “non usiamo dunque la stampa locale per diffamare”. La Direttrice stia di ciò sicura, non pensi a dei “gialli” che non esistono, sappia che la critica è “benefattrice” e certamente non diffama, peraltro è un nostro diritto ed al contempo un nostro dovere proporla. Chi la respinge o intende sopprimerla, oltre a voler violare il diritto della libertà di espressione, offre un cattivo servizio alla comunità. In generale da tempo traspare, è vero, una insofferenza nei confronti dei giornalisti che svolgono la loro attività quotidiana. Comprendiamo che il potere, che in ogni forma si rappresenta, vorrebbe addomesticarci ma noi non siamo preoccupati dall’esercizio di tale “sport”. Siamo al solo servizio della verità, della trasparenza, della deontologia professionale, dei lettori, del buon costume, magari di qualche numero venduto in meno. Siamo dal 1984 in molte edicole del Sud-Ovest Milanese e sempre in crescita, dando voce a tutti coloro che non possono averla. Questo ci gratifica molto perché premia il nostro operato. Non è per nulla diffamante affermare che la scuola italiana di oggi rende un brutto servizio al Paese e costa molto ed in graduatoria è tra le ultime al mondo, al contrario della nostra scuola degli anni ‘60 che costava poco ed era tra le prime al mondo. Tale statistica è stata più volte resa pubblica dalle Istituzioni Ministeriali e dalla stampa nazionale di questo nostro Paese. Se la nostra scuola da molto tempo non funziona, come di fatto non funziona, ciò riteniamo sia dovuto alle forti incapacità culturali che ad ogni livello ci sono state e ci sono nel mondo di tale Istituzione. Pensiamo sia troppo comodo che tale non produttivo funzionamento si voglia addebitare, più che ai veri irresponsabili a coloro invece che tale indecenza ed inefficienza denunciano (i giornali). Con la dovuta serietà che il caso richiede pensiamo che sarebbe molto più produttivo che i potentati del mondo della scuola, visto che parliamo di scuola, invece di sparare ingiustificatamente sulla prima crocerossa di turno, trovino il momento giusto per fare delle serene e più rispondenti autocritiche per invertire la rotta nella direzione giusta, perché da molto tempo a questa parte pare che su quella nave si sia bloccato non solo il timone ma sia stato buttato in mare anche il timoniere. Sarebbe auspicabile che si verifichi se è proprio idoneo e rispondente il cammino intrapreso dalla scuola, razionalizzando nel modo dovuto tale modus operandi per poi raggiungere i giusti obiettivi. Che sia dunque una scuola per il domani e non più un parcheggio sterile per tutti. Che non succeda più, come sostiene la Direttrice, che ci si accorge del “cammino intrapreso e mai concluso”. Direttrice, la materia è delicata quanto importante, più che impiegare male il tempo per buttarla inutilmente e sterilmente sul “personale” (noi non ne avevamo e non ne abbiamo alcuna intenzione), pensiamo al bene di tutti, costruiamo, se ne siamo capaci, una scuola migliore, fatta per risolvere i grandi problemi che l’umanità dovrà affrontare. Una scuola dove, anche per le Autorità, “l’ascolto” dev’essere inteso così come il Palazzi definisce tale termine: star ad udire con attenzione, dare retta, esaudire, intendere. Una scuola che non funziona non assicura, infatti, al Paese alcun buon avvenire.

Di Editore

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