Senza fare però chiarezza sul passato non si può costruire un futuro diverso e migliore

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A Cura di Salvatore Randazzo

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E’ dal “non governo” delle vicende italiane che è nata la nostra crisi. E’ dalla “non politica” nostrana, che da molti anni siamo caduti sempre più in basso, è dalla incapacità di selezionare una nuova  classe politica appropriata ed idonea che proporzionalismo e bipolarismo sono andati in frantumi. Infatti, nel caso italiano la crisi non è da ricondursi al fatto che qui si sia applicata una formula istituzionale invece che un’altra, ma piuttosto alla povertà mentale degli uomini che hanno, di volta in volta, gestito la cosa pubblica italiana. I governi di destra e di sinistra, che si sono succeduti, e l’ultimo in particolare, hanno prodotto solo litigio e mal costume e lo scontro frontale che le opposte coalizioni hanno nel tempo promosso è servito per stornare, nella rissa con l’avversario, contraddizioni interne così acute che invece da tempo dovevano essere opportunamente ed intelligentemente rimosse. La reciproca delegittimazione ci ha portati sull’orlo del default. C’è da interrogarsi se le forze politiche si siano mai chieste di che cosa necessita il nostro Paese, dei suoi bisogni da esaudire, dei suoi difetti da eliminare, del suo presente e del suo futuro. Annotiamo al contrario come i tribunali, da un po’ di tempo a questa parte, abbiano trovato lavoro non previsto e non dovuto, riveniente sempre più di frequente dal mondo della politica, cosa che certamente non ci esalta ne all’interno ed all’esterno. Statistiche recenti hanno evidenziato che circa il 43% degli italiani non intendono andare a votare. E’ vero, è una stima, ma la dice lunga, dovrebbe far molto riflettere, in particolar modo l’attuale classe politica per la perduta credibilità. Ma si rende conto quest’ultima, inetta ed inerte com’è, come sta velocemente precipitando sulla spinta della necessaria e rapida attività del Governo Monti?

 

I nostri politici, in generale, hanno perso senso ed orientamento. Ci pare ridicolo quando costoro a turno hanno il coraggio o la dabbenaggine di criticare il Governo Monti che, al contrario, se lo lasciassero fare, recupererebbe in poco tempo quello che loro, in tanti lustri, non hanno saputo o voluto realizzare, guarda caso, per mantenere i loro privilegi, i loro consensi, la nostra paralisi. Non si sono accorti che è cambiato il mondo, che son cambiate le regole del vivere civile, che è cambiato il contesto socio economico, che – per dirne uno – lo Statuto dei Lavoratori, proprio per tale cambiamento, si dovrebbe dunque riscrivere. Che oggi è indispensabile che si inventino nuove tipologie di lavoro per darlo ai tanti che non lo hanno più, piuttosto che pensare a gestire i tanti bizantinismi per conservare quello di chi invece lo ha ancora. Non hanno capito che oggi nessuno – tanto meno loro – può sentirsi esente da sacrifici, in particolare coloro che han vissuto al di sopra delle loro possibilità; non hanno ancora capito che debbono cominciare a pagare come fino ad adesso ha pagato il  solo “pantalone”. Debbono pensare a fare una volta per tutte le serie  riforme  istituzionali, cancellando tutti quegli enti che effettivamente non servono, quelle poltrone occupate inutilmente che rappresentano una chiara loro risorsa (lo abbiamo capito) e purtroppo una inutile spesa che grava, senza giustificato motivo, sull’intero Paese. Per la terza volta nella nostra storia repubblicana, un Governo tecnico ha assunto  potere e primato politico perché la classe dirigente di turno si è dimostrata inefficiente. L’attività di Monti necessariamente deve coincidere, per avere successo, con la politica del rigore, delle lacrime. Deve recuperare tutto il mal tolto, tutte le iniquità, tutti gli errori di coloro che prima avrebbero dovuto  ben governare e non lo hanno invece fatto. Gli italiani, in larghissima maggioranza, hanno capito chi ha combinato il disastro ed hanno accettato il severo Professore perché in lui vedono il loro unico salvatore. Lo hanno capito ed apprezzato anche in Europa e negli USA. Abbiamo guadagnato, grazie al Governo dell’attuale Presidente del Consiglio, rispetto internazionale ad ogni livello. Ma purtroppo non hanno ancora  capito i politici nostrani che la rotta da seguire è quella tracciata da Monti. Purtroppo per noi, tutto ciò che propone Monti deve essere convalidato con il voto dai nostri parlamentari che però non perdono occasione, ancora adesso, per litigare, facendo così affondare del tutto questa nostra navicella sfortunata, in quanto proprio loro, nell’attuale momento difficile, dimostrano ancora di non saper fare il loro “mestiere”, così come si dovrebbe. Senza fare chiarezza sul passato non si può costruire un futuro diverso e migliore e tale compito, purtroppo per noi, non pare che tale nostra classe politica sia interessata a svolgerlo.

Salvatore Randazzo

 

 

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