E’ necessario anche cambiare la nostra classe politica

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di Salvatore Randazzo

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Da alcuni mesi a questa parte notiamo come diversamente, ed in meglio, sia percepita l’Italia all’estero. I nostri uomini di Governo si sono guadagnati stima e rispetto, finalmente, per le loro alte qualità. Forse per la prima volta la Commissione di Bruxelles non destina all’Italia raccomandazioni in materia di pensioni. Il nostro modello, strano a riconoscerlo, sta diventando esempio per l’Europa. Nel 2020 gli italiani, uomini e donne andranno in pensione con almeno 66 anni ed undici mesi, lasciandosi alle spalle quella ingiustificata e costosa giungla pensionistica. Riteniamo che a breve si dovrà sistemare il mercato del lavoro. Siamo, infatti, in fondo alla classifica dell’Unione Europea, relativamente al tasso di disoccupazione. Il numero dei senza lavoro a gennaio, secondo l’ISTAT, è pari a 2 milioni e 312 mila, in aumento del 2,8% rispetto a dicembre. Per i giovani tra i 15 ed i 24 anni il tasso dei disoccupati, sul totale di quelli occupati, è pari al 31,1%. E’ cruciale dunque la riforma del lavoro. Non si può permettere che si getti il peso della flessibilità sulle spalle dei soli giovani. E’ necessario ridurre il lavoro precario, realizzare più formazione per poter passare da un lavoro all’altro, da una mansione ad un’altra, anche nella stessa azienda. Contemporaneamente si devono creare le condizioni perché per tutti ci siano nuove opportunità di lavoro. Il Governo Monti, nei pochi mesi in cui ha operato, ha portato a termine ed avviato tanto lavoro per salvare l’Italia, cosa che purtroppo non è stata invece realizzata in tantissimi anni dai Governi che lo hanno preceduto. Si dovrebbero ridurre i tanti ingiustificati costi della politica. Ma gli ostacoli da superare sono tantissimi. Chi dovrebbe eliminare tali mostruosità sono gli stessi beneficiati di tali sprechi, è chiaro che l’impresa sarà ardua e quasi impossibile anche se, agli occhi di tutti, ciò è tremendamente scandaloso. Diciamo la verità, in Italia chi ha sempre pagato si chiama pantalone: il lavoratore dipendente, l’unico che non è rappresentato e veramente mai difeso in Parlamento. Tutti gli altri “lavoratori” ed enti diversi una difesa la hanno sempre trovata e la troveranno sempre, anche molto spesso purtroppo immeritatamente. Banche, super-stipendi dei grandi burocrati dello Stato, Regioni, Provincie e Comuni e di loro società controllate sono salvaguardati dal cattivo sistema politico esistente. Sono state varate le liberalizzazioni ma il Parlamento, indegnamente, ne ha annacquato la giusta portata. Monti non è Cincinnato. Ha purtroppo poteri diversi di quelli di cui disponeva quell’illustre antico nostro connazionale ed il suo operato dev’essere approvato dal Parlamento e cioè dalla gran parte di quei signori che hanno rovinato questo nostro Paese.

Figuriamoci! Proprio quei signori si stanno convincendo ogni giorno di più quanto siano stati inutili e dannosi e quanto Monti sia apprezzato anche da coloro che, a causa della sua infaticabile azione, sono tenuti a pagare quanto dovuto, per salvare questa nostra Italia. Proprio i partiti in cui militano quei signori si stanno sfasciando sotto il peso della loro inconsistenza ed allo stesso tempo dell’autorevolezza e della capacità del Professore. Le “primarie” recenti dimostrano la loro inconsistenza: vengono vinte infatti da outsider, da persone che si candidano contro i candidati ufficiali, sponsorizzati dai leader nazionali. I massimi rappresentanti dei Partiti stanno studiando come presentarsi e chi presentare come candidato alla Presidenza del Consiglio, alle prossime elezioni ed invece di avere il coraggio, come sarebbe molto corretto, di farsi tutti da parte e/o di selezionare una più competente classe politica, cercano di restare comunque a galla, tentando disperatamente di accaparrarsi il Senatore Monti, come loro unico candidato alla Presidenza del Consiglio. Insomma il Monti-bis proprio per coprire la loro incompetenza. Ma il Monti bis da solo, per i motivi di cui sopra, non può cambiare in meglio il nostro Paese, ne ciò può avvenire con l’accoppiata: Monti e la stessa attuale classe politica. Avrebbe le palle al piede il Professore ed il nostro sviluppo, la lotta all’evasione fiscale e le tante riforme da fare rimarrebbero pia illusione. Lo ripetiamo: si dovrebbe selezionare una nuova classe politica ed invece guarda cosa stanno architettando di tirare dal “loro vuoto cilindro” i nostri fallimentari Partiti: Nel PD c’è chi propone una intesa con il Terzo Polo coinvolgendo Monti. Bersani sentendosi ancora in pista vorrebbe candidarsi a premier del Centrosinista con Vendola e Di Pietro, magari convincendo Casini con la Presidenza della Repubblica. Veltroni non intende candidarsi ma propone un cambiamento negli equilibri politici, volendo unirsi a Letta e Franceschini, per accoppiarsi con quelli del Terzo Polo e con un’aria maggioritaria del PDL, guidata da Raffaele Fitto. Intanto i sondaggi recenti ci dicono che nell’elettorato PD il consenso per Monti tocca l’87% e dunque più di Bersani (85%). Nel PDL per l’elettorato invece il più popolare è Berlusconi (87%), ma Monti lo segue con il 68%. Sempre nel PDL invece, previo accordo sui programmi, un accordo lo si troverebbe volentieri fra “le forze politiche maggiori del Paese”, con Monti candidato Presidente del Consiglio per la prossima legislatura. Il Cavaliere in attesa di ricostruire una piattaforma accettabile si affiderebbe, come si è affidato, ad un Governo tecnico, inoltre vorrebbe far credere agli italiani che il Governo Monti è la prosecuzione naturale del suo Governo. E’ evidente che non è così: Berlusconi non ha mai fatto riforme in particolare quella delle pensioni (peraltro la Lega non lo avrebbe permesso), né liberalizzazioni, non ha mai provato a far pagare le tasse agli evasori. Ma con la proposta della “grande coalizione” Berlusconi intende porre certamente il cerino acceso nelle mani del PD che, già diviso come è, ulteriormente si frantumerebbe e si brucerebbe quel po’ di consenso in più che oggi vanta sul PDL. Nell’interesse di Monti, ma anche di noi italiani, farebbe bene l’attuale Presidente del Consiglio a liberarsi, magari con dolcezza, dalla strozzatura mortale che PDL, Terzo Polo e PD stanno tentando di attuare. Il Professore avrà tempo e modo per capire, al momento giusto, il suo peso politico ed il suo dovere verso il nostro popolo, che poi è anche il suo, per dare impulso ad un’attività politica che ci faccia uscire definitivamente dal tunnel di cui adesso pensiamo di vedere solo un filo di luce, ancora peraltro non del tutto chiara.

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