UNA  EUROPA  PIU’  POLITICA  E’ QUELLA  CHE  SERVE  AI  CITTADINI  DEL VECCHIO  CONTINENTEPagina

Solo così ci sarà più integrazione e più democrazia

Siamo in piena “campagna” per le elezioni europee e però non si affronta, quanto meno fino ad ora, il vero problema: Serve l’ attuale tipo di Europa a noi  Europei? Che ruolo invece dovrebbe avere? Se il Vecchio Continente oggi  non funziona è colpa dell’ euro, come alcuni da tempo affermano? E’ forse necessario che abbia un taglio marcatamente politico invece che economico? Dovrebbe essere l’ Europa ridisegnata come una Confederazione? Oppure si dovrebbe rivisitare la  sua struttura attuale?

Ad oggi, ad esclusione della Germania e di qualche altra nazione nordica, la gran parte degli Stati Membri sono scontenti di questo tipo di Europa, tutti vorrebbero farsi sentire di più, tutti però rifiutano di mettere mano per dare al Vecchio Continente un volto moderno e più idoneo, e ciò peraltro sarebbe nell’ interesse di tutti. E tale atteggiamento mette in evidenza una ignoranza fondamentale degli attuali rappresentati dei diversi Stati aderenti. Costoro non conoscono o fanno finta di non sapere che l’ europeismo è nato per unire gli Stati e non per dividerli o per farli fallire. Continuando così dall’ europeismo si può passare all’ antieuropa. Ci sono infatti una serie di movimenti politici, sparsi nel Continente, che svolgono una attività che conduce al ….separatismo.

Certamente è crescente il risentimento verso la Germania da parte dei Paesi europeo –mediterranei, che versano in piena crisi per non aver realizzato riforme idonee a mettere al riparo i loro Bilanci, come avrebbe voluto proprio la Repubblica germanica.

Anche il progetto europeo, così come è stato presentato da parte di alcuni Paesi “dominanti”, desta le dovute perplessità, infatti il voler proporre l’ Europa come uno Stato, come presumibile obiettivo finale, senza che invece lo stesso abbia caratteristiche identitarie che dovrebbero essere, in quanto tali, parti portanti dello stesso, lascia crescere incertezze evidenti. L’ Europa, tra le tante altre cose necessarie degne di rilievo, non ha infatti una lingua comune, non ha un inno, non ha confini definiti, non ha nessuna dimensione militare, non esercita una sua politica estera,  non c’ è in Europa inoltre un senso di comune appartenenza. Come è evidente, anche in considerazione di tutto ciò,  qualunque tipo di progetto europeo si annacqua notevolmente. E presumibilmente è proprio tutto questo modo di voler “mostrare” la futura Europa, tutto questo voler dare visibilità ai Paesi forti punendo quelli più deboli  che invece di unire ha diviso, fortificando a dismisura i dannosi nazionalismi. E’ dunque un falso problema quello di volere addossare all’ Euro, che è un semplice puro strumento, la responsabilità del non funzionamento dell’ Europa.

E’ invece importante, per tantissimi versi, che l’ Europa sia salvata dagli Europei per la sua millenaria cultura, per la sua posizione strategica nel Pianeta, per gli equilibri socio/economici mondiali ed in particolare per il futuro dei suoi figli che solo da una Europa politica ed unita potranno trovare grande giovamento. Non si può accantonare, come pare avvenga, in modo irresponsabile la grande ispirazione di Adenauer, De Gasperi, Schuman ed altri grandi di quel tempo. Bisogna necessariamente realizzare quelle riforme istituzionali che possano garantire una vera integrazione politica. Se gli attuali rappresentati dei singoli Stati europei non saranno, come i loro Padri, all’ altezza del nobile compito, dovranno con tempestività  essere  i cittadini europei  a decidere direttamente il futuro del l’ Unione Europea.  Costoro, forse con più senso di responsabilità  degli attuali responsabili politici, opereranno per lasciare a coloro che verranno una migliore Europa di quella che noi abbiamo avuto.

 

Salvatore Randazzo