POLITICA NAZIONALE

In Italia senza “lavoro” si ottengono molte chiacchiere e tanta…fame 

L’elevato tasso di disoccupazione, nel Paese, non “favorirà” mai la …”crescita”

Lavoro

Proprio recentemente il Ministro dell’Economia Pier Carlo Padoan sosteneva che l’economia è ancora debole e per aiutare la crescita necessitava far partire velocemente gli investimenti.

Infatti, il suo programma per il semestre Europeo di Presidenza Italiana, prevede: Riforme strutturali in tutti i Paesi, maggiore integrazione dei mercati, stimolare gli investimenti pubblici e privati. E’ un dato preoccupante che, secondo L’ISTAT, le aziende italiane investono sempre meno. I segnali sono poco confortanti anche per quanto concerne il potere di acquisto delle famiglie.

Intanto, è sempre più preoccupante il tasso di disoccupazione che, come comunica l’ISTAT, è pari al 12,6%. In particolare il tasso di disoccupazione femminile sfiora il 14%. I giovani dai 15 ai 24 anni presentano un tasso disoccupazione del 43%. Durante gli anni della crisi alla disoccupazione si è aggiunta l’emigrazione e le Regioni in cui il fenomeno è stato più marcato, sembrerà strano, sono quelle del Nord: Emilia Romagna, Lombardia, Trentino, Piemonte e Liguria. Sono dati allarmanti. In Italia cresce la fame e le cause non sono solo internazionali. E’ vero qualcosa si muove.

Il Governo non è fermo, la riforma della Pubblica Amministrazione contiene norme sul ricambio generazionale che permettono di creare 15 mila posti, con la modifica dell’istituto del trattenimento in servizio. Circa due mesi fa ha preso avvio il Programma “Garanzia Giovani”, cofinanziato dall’Unione Europea, per aiutare coloro che hanno meno di 29 anni ad inserirsi nel mondo del Lavoro. Si sono iscritti quasi 100 mila giovani al portale Internet.

La “Garanzia” prevede che il disoccupato entro quattro mesi riceva una vera proposta di inserimento. Il compito di attuare la Garanzia spetta alle Regioni e, come al solito, solo quelle di Centro Nord sono sulla buona strada. Sarebbe veramente triste che la “garanzia” non produca effetti proprio al Sud dove è più necessaria, e ciò a causa dell’incapacità delle Regioni dell’Italia Meridionale dove peraltro c’è più disoccupazione. Certamente l’operazione riuscirebbe meglio se a livello nazionale si sviluppassero iniziative incentivanti, accordi politici, intese con le aziende operanti nei mercati. In Brianza, dove si è ben operato, si è registrato un aumento del 51% delle opportunità di lavoro rispetto allo scorso anno.

Il Paese, è purtroppo evidente, non è stato ben gestito. I governi che si sono succeduti, di destra e di sinistra, chi più e chi meno, non hanno fatto le riforme che avrebbero ammodernato e reso competitivo il nostro Paese. Oggi coloro che hanno avuto ed hanno le più pesanti responsabilità davanti a Dio ed agli uomini, hanno la stoltezza di fare lo scarica barile, non si ritirano, non si vergognano, anzi combattono per mantenersi le poltrone, per salvaguardare gli sterili loro carrozzoni, per disturbare il “ buono” che vorrebbe fare il giovane Presidente del Consiglio Renzi. Intanto che i “politici giocano” le file davanti agli Enti Assistenziali, Caritas tra tutti, diventano sempre più lunghe, la gente che non può pagare i mutui per la casa aumenta, i supermercati sono solo punti di ritrovo…………… non certo per comprare (alla cassa non c’è più la fila) ed, a titolo di puro esempio di cattiva architettura politica, il progetto di riforma del Senato è sempre più da riformare.

Infatti, con la nuova proposta Finocchiaro-Calderoli (come si fa a dimenticare costui) il Nuovo Senato boccerebbe le leggi di Bilancio, approvate dalla Camera, sostenendo fondi sufficienti da riconoscere alle Regioni che, come tutti sappiamo sono quegli Enti che,  più degli altri, hanno mandato in rovina il Paese, per le tante spese pazze che hanno sostenuto. Il nostro Paese ed anche l’Europa attende Renzi alla prova.

Da settembre non gli sarà più consentito scaricare la crisi italiana sugli ultimi 20 anni. Ha bisogno, il Presidente del Consiglio, di ottenere risultati concreti. Renzi è intanto alle prese con una moltitudine di provvedimenti in attesa di transitare dalle commissioni parlamentari e dalle aule di Camera e Senato. In ballo ci sono tutti i suoi provvedimenti più importanti. L’altro grave problema  riguarda le norme già approvate che richiedono i decreti attuativi. La preoccupazione è che agli occhi dei partner europei il dinamismo riformatore del governo italiano possa apparire non efficace. Peraltro le aziende italiane e straniere non faranno investimenti significativi in Italia fino a quando non si faranno anche le riforme istituzionali, quelle contro la corruzione, contro le mafie, per eliminare gli effetti malefici della nostra burocrazia, per evitare che cresca il debito pubblico.

E se tali aziende non investiranno da noi, in Italia non ci sarà crescita, non ci sarà lavoro, non ci sarà occupazione, aumenterà la crisi, aumenterà la fame. Chi dunque combatte Renzi cercando di indebolirlo, in ogni sede istituzionale e politica, per giochi di bottega o per nostalgie ataviche fortunatamente dai più superate (la sinistra PD primeggia in questo inconcludente atteggiamento) impedendogli di ammodernare il Paese, di fatto vuole deliberatamente affossare l’Italia. Nel nostro orizzonte politico, in questo particolare momento, non c’è chi per capacità politiche possa operare meglio dell’attuale Presidente del Consiglio. E’ dunque consigliabile che tutti i rottamati si rendano conto della loro non brillante situazione, assicurando dunque una loro salutare inattività.

di Salvatore Randazzo