l43-matteo-renzi-140224155316_mediumL’Eliminazione della spesa improduttiva è il più sicuro sentiero obbligato che Matteo Renzi dovrà percorrere per creare concreto benessere sociale, riconoscendo a tutti il “diritto” al lavoro Il Presidente del Consiglio, in più occasioni, ha promesso che abbasserà le tasse. E’ questa una risposta bellissima che con giustificata ansia si attendeva ed è comunque una difficile quanto necessaria scelta di campo. Renzi, Segretario di un PD al 41%, se porterà in porto tale risultato darà forza al nostro Paese e sarà a capo di una sinistra totalmente rinnovata che attrarrà ampie fasce di classi medie, imprenditori che sono stati sempre estranei a quella “sinistra” conservatrice, convinta da sempre che per poter spendere si debba tassate, al punto dell’aver appesantito il nostro gravame fiscale, da rendere, anche per quella insensata staticità, poco compatibile il nostro Paese sui mercati.

Il Presidente del Consiglio invece ritiene, e ci pare molto giustamente, che chi punterà sull’innovazione caratterizzerà le società che avranno futuro e sicuramente favorirà una crescente economia che oltre a dare benessere garantirà una consistente crescita occupazionale. Purtroppo la nuova filosofia portata avanti da Renzi è avversata, e se ne capisce il motivo, dalla sinistra DEM fatta di “nostalgici” che non tengono o non vogliono tenere conto che le loro idee sono state inesorabilmente, da tempo, bollate dalla storia in quanto non rispondenti ai bisogni dei popoli, mentre il mondo in cui viviamo ha bisogno di idee moderne ed innovatrici che peraltro vengono utilizzate da tempo in quella parte di mondo che è stato patria natale della sinistra antica.

Se Renzi raggiungerà il suo obiettivo, metterà fuori gioco non solo la “sinistra dem”, ma anche quella “destra” che, a suo tempo, quando ha governato, non ha saputo realizzare quelle riforme (senza le quali la nostra nazione si è allora avvitata in una crisi disastrosa) che Renzi invece adesso sta “regalando” al nostro Paese. Mentre riteniamo lodevole il tentativo di abbassare le tasse, non condividiamo molto che una parte importante dei risparmi necessari per ridurre la pressione fiscale debba provenire dall’eliminazione di alcuni agevolazioni fiscali. Per intenderci pensiamo sia cosa buona eliminare i privilegi, ma in concreto conoscendo le agevolazioni che s’intendono cancellare siamo convinti che con la loro eliminazione abbassiamo certe tasse e ne aumentiamo altre molto di più.

E’ un gioco che non conviene così al Paese. Se veramente Renzi intende ridurre la pressione fiscale deve solo tagliare la spesa improduttiva e parassitaria che abbonda nel nostro Paese. E’ sempre più necessario che Stato, Regioni e Comuni occupino meno spazio nell’economia italiana. Lo Stato non può più non chiedersi quale alto ed ingiustificato costo sia figlio funesto dell’intermediazione politica, per il cui disgraziato pagamento si è sempre fatto ricorso all’ aumento della pressione fiscale che, guarda caso, ha gravato prevalentemente sul solo “pantalone”.

Di Salvatore Randazzo