Francesco Tambasco è nato a Piscotta (Salerno) il 22/11/1957 e vive a milano in zona Via Padova, assieme alla famiglia (composta da 2 figli e moglie) dagli anni ‘80. Figlio di genitori calabresi, il papà, e slava, la mamma.

Ha iniziato il suo lavoro nell’Arma dei Carabinieri dal ‘75 al ‘78 a Roma. In quegli anni, Tambasco, ha avuto l’onore ed il piacere, di collaborare con gli uomini della scorta di Moro.

Dagli anni ‘80 inizia la sua avventura milanese presso la Central, una nota Società di vigilanza, ricoprendo ruoli di grossa responsabilità, prestando servizio di sicurezza nei più importanti Hotel di Milano.

Poi, dal 2000 al 2010, ha lavorato presso la Fiera Di Milano ricoprendo il ruolo di responsabile del servizio Antincendio e gestione delle emergenze (sicurezza, allestimenti con materiale idonei, uscite di sicurezza a norma, segnaletica dettagliata, esercitazioni con il personale, ecc.ecc.).

Nel 2010, avendo l’Azienda perso un grosso appalto, è stato lasciato a casa assieme a moltissimi altri suoi colleghi. A quel punto, Tambasco, per nulla scoraggiato ma con una grande energia e voglia di “mettersi in gioco”, si “è buttato” totalmente nell’attività Sociale, sempre verso i più bisognosi. L’obiettivo è stato, ed è tutt’ora, quello di far capire ai giovani che la ns Società ha sempre più bisogno di piccoli gesti, non sempre materiali che magari alla lunga non portano risultati economici, ma che il “grazie” o la piccola rinoscenza morale, vale molto di più di un, anche se gradito, riconoscimento economico.

Ecco quanto ci ha dichiarato Tambasco: «Durante il periodo che ho svolto il corso per diventare Carabiniere, nel programma era inserito un periodo di formazione presso il carcere militare di Castello Angioino-Aragonese, Gaeta: Cella del castello quando era usato come carcere militare ed ho vissuto un’esperienza che mi ha segnato per tutta la vita».

Francesco Tambasco, in più di un’occasione, ci ha dichiarato che «vedere una persona che soffre e aiutarla con piccoli gesti mi gratifica moltissimo. Molte volte basta anche solo parlare per far sentire meno soli le persone. Durante il mio periodo di soccorso in CROCE ROSSA, soprattutto durante i vari trasporti in ambulanza, ho vissuto dentro di me gli effetti benefici dell’aiuto Sociale, ho potuto constatare quanto, anche i parenti, abbiano bisogno di aiuto e conforto, pur dovendo mantenere quel distacco che è parte della professionalità di noi soccorritori, ma che, in determinate circostanze, è utile anche a loro stessi».

In diversi interventi, che si sono succeduti nel tempo, in particolare all’interno di abitazioni, Francesco ha potuto provare e constatare la triste realtà che è presente non solo a Milano città, ma anche nella nostra Società in generale. Spesso, in alcuni sopralluoghi, i soccorritori volontari, trovano persone decedute già da alcuni giorni e/o settimane, che se avessero avuto un rapporto/aiuto dal prossimo, magari, avrebbero prolungato la loro sopravvivenza.

C’è da dire che in questa nostra Società, non esiste e sarebbe utile che i giovani con la loro sensibilità vengano coinvolti, al fine di garantire un futuro Sociale e collettivo migliore.

Tambasco, oltre al volontariato in ambulanza, che lo impegna alcune ore settimanali, svolge volontariato in Associazione Parapletici Lombarda, dando supporto alle persone più bisognose.

Donatore di sangue presso L’AVIS, di Milano largo Volontari del sangue, da sempre.

Francesco Tambasco è stato ed è un uomo che ha scelto di dedicare la sua vita alla sofferenza, ai bisogni del prossimo in difficoltà. È un esempio da imitare.

A cura della Redazione