Forse e………….senza forse, alcune persone sono costrette a subirne più degli altri il crudele rigore

Il mondo della globalizzazione che si vorrebbe proporre come il mondo del miglior vivere, non sempre riesce nei suoi intendimenti, sempre se gli stessi esistono veramente.

Non tutti dispongono dei necessari alimenti, non tutti possono vivere dignitosamente, non tutti per le proprie origini hanno la fortuna di salire rapidamente la scala sociale oppure si possono permettere di vivere in pace senza che le bombe l’inseguano, senza che vengano sfruttati, costringendoli ad emigrare in Paesi più fortunati che negano  loro quella fortuna che non le è stata regalata, lasciandoli a bagno molto egoisticamente nel temperato Mediterraneo.

A queste non fortunate categorie di individui si associano le “persone senza casa”, quelli che molto generosamente i “civili” definiscono “barboni”. A quest’ultima categoria fanno parte coloro che per loro deficit mentale spesso trovano difficile mantenere una abitazione, i tossicodipendenti, coloro che abusano di alcol, coloro che hanno ricevuto uno sfratto, coloro che non ricevono salari o gli stessi sono insufficienti, coloro che sono ingiustamente sfruttati. Costoro si rifugiano con il sole, con la pioggia o con il freddo, all’aperto, in un loro veicolo, in luoghi pubblici, in strutture abbandonate. Sono proprio tanti costoro. Milano, in Italia, è la città più colpita dal problema dei senza tetto. Figuriamoci quante volte di più sono colpiti i “senza tetto” dallo stesso problema.

Esistono in misura minima ricoveri per tali sfortunati, tanto minima che tante persone ogni anno MUOIONO a causa principalmente del freddo, per mancanza tra l’altro di beni primari: Coperte, kit di sopravvivenza.

Penso che a tutti è capitato di vederli a Milano, in centro, sdraiati a terra, coperti con degli stracci ed i cartoni, con -5 gradi.

A chi scrive è capitato recentemente di vederne anche uno sdraiato sotto il portico della Posta di Trezzano sul Naviglio, in via Volta, coperto da cartoni e con accanto il carrello dove tiene tutti i suoi averi, tutto il suo mondo, tutta la sua filosofia, tutta la sua tristezza, tutto il suo disgraziato vivere. 

Che fare? Senza correre con il pensiero per giudicare i perché di ogni singolo caso, è evidente che i “barboni” sono comunque persone ed in quanto tali hanno una dignità. Tutte le volte che uno di loro è lì per terra è il nostro Paese, e chi lo rappresenta, che non ha rispettato la dignità di tale persona, che è parte integrante, a pieno titolo, dello Stato che incassa le imposte e dunque deve dare adeguati servizi. Anche quello sfortunato cittadino di Trezzano, qualunque sia la sua storia, merita i servizi essenziali. Chi scrive ritiene che il Sindaco di Trezzano, che certamente non è a conoscenza del caso, saprà adeguatamente e tempestivamente provvedere.

Di Salvatore Randazzo