L’Italia ha avvertito il cambio di metodo. Il Premier mantiene l’unità d’indirizzo riservandosi di dettare la linea ed il Consiglio dei Ministri, con tutti i distinguo, appare rivitalizzato

Il Governo Draghi ha ereditato una situazione oscillante, governata con molta improvvisazione ed impreparazione, creando una situazione altamente confusionale, rovinando, in particolar modo, i due sistemi fondamentali: Il sanitario e quello scolastico, alimentando tangibili diseguaglianze dei cittadini. Ma c’è da notare che il Governo Draghi è nato dal fallimento delle forze politiche dovuto alla frammentazione ed alla impreparazione.

Cosa ha fatto Draghi e cosa potrebbe fare?

La sua nascita ha segnato un ritorno alla normalità costituzionale. Non sono state le sbandate forze politiche (e come avrebbero potuto e saputo farlo) ad indicare al Presidente della Repubblica il Capo del Governo. Non ne erano in grado. E’ stato, finalmente il Presidente della Repubblica ad indicare alle forze politiche, dopo averle opportunamente consultate, il Capo del Governo. E poi – nonostante le difficoltà di raggiungere accordi tra partiti tanto diversi e devastati al loro interno – è Draghi, come dispone la Costituzione, che mantiene l’unità di indirizzo politico, a differenza di tanti esecutivi precedenti nei quali l’azione di Governo era la risultante di difficili compromessi, figli degli appetiti delle forze politiche.

Draghi, invece, ascolta i partiti ma poi si riserva di dettare la linea e diciamolo che con tale cura il Consiglio dei Ministri appare rivitalizzato. Ci chiediamo: Durerà e quanto durerà? Le forze politiche vorranno fare gli interessi degli Italiani o quelli delle loro poltrone sfasciando quanto di buoni riviene dalla “cura Draghi”. Sarà galantuomo almeno il futuro!

Notiamo con piacere che in circa 4 mesi ci sono state 23 riunioni. Con non più finte decisioni (testi approvati salvo intese). La preparazione delle decisioni avviene nei frequenti pre-consigli, con norme scritte in modo leggibile.

Risulta che, a differenza del passato, l’attuale Presidente del Consiglio è molto ascoltato all’Estero e sa scegliere all’interno le persone giudicate idonee in base alle loro competenze e non per l’affiliazione, come nel passato, ai diversi partiti.

Il Governo a guida Draghi ha dato dimostrazione di conoscere gli ostacoli e le tecniche per superarli. Il Governo predetto non comunica “intenzioni” ma informa dei risultati raggiunti, dimostrando consapevolezza nel senso che prima bisogna fare e poi annunciare.

L’Italia con Draghi ha sia una mappatura degli adempimenti ed il controllo delle cose da fare anche per verificare che siano realizzate correttamente, che la certezza che tale modus operandi permanga come strumento ordinario di gestione perché non siano le urgenze a stabilire le priorità.

Con Draghi, così come purtroppo nel recente passato, l’Italia non sarà la nazione che andrà avanti con i soli ristori, bonus et similia. Si sta avviando la politica degli investimenti, sapendo peraltro che da sempre di scuole, ospedali, verde attrezzato, cura del paesaggio e del patrimonio culturale, strade, autostrade, ponti ecc. c’è molto bisogno e poi per dimostrare che lo Stato, oltre che dare lavoro ai cittadini, deve dare loro servizi di qualità.

di Salvatore Randazzo