L’ Italia si presenta come “protagonista” in materia di tale contraddizione

Uno scontro così aspro nella coalizione di destra ad undici mesi dalle elezioni europee non era prevedibile.

Il gelo tra Lega e Forza Italia lascia prevedere una lunga campagna combattuta tra alleati. Il Partito di Salvini aderisce peraltro al gruppo di estrema destra europea di cui fanno parte la francese Marine Le Pen ed i tedeschi di Afd. Fratelli d’Italia aderisce ai Conservatori e F.I. al Ppe.

Le Europee si celebreranno con il sistema proporzionale che significa: Ognuno per se. Questo non basta a spiegare le dinamiche in atto nella maggioranza che per ora non riguardano il Governo, che però non si esclude possano diventare un fattore di futura forte tensione permanente, se non di logoramento.

Salvini ha dichiarato di non accettare veti sui suoi alleati in Europa ed in una intervista ha ribadito di essere pronto a proporre un patto scritto prima del voto e niente compromessi con la Sinistra.

Tale dichiarazione rappresenta un chiaro avvertimento a Tajani di F.I. che teorizza una alleanza con conservatori, ma non con l’estrema Destra. Certamente Salvini ha voluto che anche Meloni intendesse.

Le dichiarazioni del leader della Lega fanno capire quanto già sia cambiato lo scenario dopo la morte di Berlusconi e quanto la Lega tema le implicazioni del primato della Meloni ed il responso delle Europee del 2024, essendo certi che per il futuro senta anche odore di isolamento.

Se questo è l’inizio viene naturale chiedersi che succederà da qui al 2024. L’idea che la politica europea possa essere separata da quella italiana è una illusione, così come lo è la tesi secondo la quale pur appartenendo a famiglie continentali diverse i partiti della coalizione non entreranno in rotta di collisione.

L’aggressione russa all’Ucraina ha radicalizzato valori ed alleanze, facendo emergere le distanze dentro gli stessi schieramenti, a destra come a sinistra. E l’Italia con il suo Governo, e non solo, si candida a laboratorio di tali contraddizioni.

Molti osservatori sostengono che la nostra Premier abbia due facce: Una aggressiva e sovranista in patria ed una accomodante ed europeista a Bruxelles. Bisogna ammettere che la Premier per ora se la è cavata piuttosto bene nella dimensione europea grazie alla sua posizione senza ambiguità sull’Ucraina ma anche all’adozione di una disciplina di bilancio di stampo draghiano.

Il passo successivo del Governo è il riconoscere che, nell’interesse nazionale italiano, bisogna rispettare i patti assunti dai governi precedenti: Mes e Pnrr.

Salvatore Randazzo