Dalle prime indiscrezioni si è passati alle conferme degli esposti e in un continuo crescendo ad altri  eventi  che mettono sotto accusa la giunta municipale. Ora, per cancellare anche il più recondito dubbio, è indispensabile un comunicato ufficiale con il quale sindaco e assessori precisino di aver sempre operato nel pieno rispetto delle leggi antimafia e dei regolamenti comunali

Ma cosa sta succedendo a Trezzano sul Naviglio? Prima le indiscrezioni, diventate poco dopo certezza, sul deposito, presso il Tribunale di Milano, di esposti riguardanti sindaco, assessori, funzionari del comune, segretario comunale e imprenditori, poi alcune forze politiche che sono ricorse al Prefetto per segnalare fatti relativi alla Giunta che ritengono lontani dalla legalità ed infine nuove indiscrezioni su ulteriori atti che dovrebbero essere consegnati alla magistratura. A tutto questo si deve aggiungere che sono usciti pesanti manifesti contro la Giunta (5 Stelle e Controcorrente) che hanno tra l’altro messo in evidenza anomalie sul progetto mensa e sul rinnovo con Amsa (pulizia strade), altre indiscrezioni su una comunicazione che sarebbe stata inviata al Prefetto persino da esponenti della stessa maggioranza, e per ultimo un comunicato del coordinamento di zona di Sel che ha annunciato di abbandonare la coalizione che gestisce la cosa pubblica a Trezzano; insomma, un susseguirsi incalzante di preoccupanti eventi. Un comunicato, quello di Sel, molto duro che tra l’altro ha messo in evidenza l’eccessivo “protagonismo della giunta a discapito del consiglio comunale che ci appare svuotato dai suoi poteri decisionali e di controllo”, un progetto per la città che non è andato “oltre la normale gestione amministrativa” ed infine che “a due anni dall’insediamento non si è ancora messo mano al piano generale del traffico e la stessa variante al piano del territorio si prospetta carente”. Quindi una clamorosa rottura all’interno della sinistra trezzanese provocata, in base al pungente comunicato, dagli stessi elementi segnalati a più riprese dall’Unione dei Comitati di Quartiere, dagli articoli apparsi sul nostro periodico e sui quotidiani e da chi ha presentato gli esposti alla Procura della Repubblica di Milano. A questo proposito è significativo il riferimento che il comunicato di Sel fa “alla metodologia seguita per affrontare la convenzione con il comune di Cusago riguardante la Polizia locale”. Questa convenzione, che prevede anche il pattugliamento sul territorio di Cusago da parte dei militi di Trezzano sul Naviglio, da subito aveva provocato la reazione dell’Unione poiché, in presenza di un organico carente, veniva ritenuto assurdo  far operare i militi locali sul territorio di un altro comune. Il braccio di ferro sfociò in un incontro presso l’ufficio del Sindaco che ebbe anche momenti di alta tensione e si concluse con la netta sensazione che il progetto, nato probabilmente dalla volontà di acquisire 58.000 euro dalla Regione, presentava anormalità non solo per l’assurdo pattugliamento fuori comune ma anche sotto il profilo dell’istruzione burocratica. Il risultato dell’operazione contestata prima dall’Unione e poi da Sel? Che il contributo non è arrivato ed il servizio di controllo a Cusago, salvo scappatoie, dovrà comunque essere fatto almeno per un anno.
Tutto qui? Neppure per sogno, perché questa brillante manovra degli amministratori pubblici figura oggi tra gli esposti presentati alla Procura della Repubblica di Milano. In questo caso, secondo coloro che li hanno depositati, non è stata infranta la legge antimafia, come segnalato ai giudici con un altro esposto relativo a concessioni di immobili, ma un regolamento del comune di Trezzano sul Naviglio. In base alle indiscrezioni ricevute sembra infatti che negli esposti venga evidenziata la violazione dell’art. 9 comma otto del codice comunale sugli appalti con il conseguente risultato di favorire una società. Non solo, ma sempre per quanto riguarda il rapporto tra la giunta e  questa società è stato inoltre segnalato alla Procura della Repubblica che, in altre circostanze, anche il codice sugli affidamenti diretti, elaborato dal commissario prefettizio dopo gli arresti del 2013, è stato aggirato attraverso uno spacchettamento delle determine.
Quindi, secondo chi ha depositato gli esposti, oltre a quelli sull’antimafia, anche questi fascicoli sono stati istruiti e approvati in spregio ai regolamenti.
Il sindaco replica che la giunta sta operando per ristabilire trasparenza e legalità e aggiunge sia ben chiaro che nel caso siano stati commessi errori questi sono riparabili e senza dolo. Poco, troppo poco se si considera che gli esposti potrebbero prefigurare reati penali. Gli illeciti, commessi con o senza dolo, sono pur sempre illeciti. Se poi questi sono stati commessi in spregio ad una legge nazionale sull’antimafia e a dei regolamenti comunali  (uno addirittura modificato dal commissario prefettizio per evitare illeciti e azioni corruttive) diventano gravi. A questo punto, per evitare il sicuro e progressivo logorio istituzionale e la possibile bufera che si potrebbe abbattere su Trezzano nei prossimi mesi c’è un solo modo: che sindaco e assessori (non le coalizioni o i gruppi consiliari) emettano immediatamente un comunicato ufficiale che precisi senza se e senza ma che su quegli atti hanno operato nel pieno rispetto della legge antimafia e dei regolamenti comunali. Se ciò non dovesse avvenire, se la giunta non spazzerà via ogni dubbio, per Trezzano, indipendentemente da ciò che farà la magistratura, sarà di nuovo buio fondo.

Di Giorgio Villani