A Baden Baden si è capito che da ora in poi cercare di governare il Mondo sarà molto più complicato

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Di Salvatore Randazzo

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La nuova Amministrazione Americana al recente vertice internazionale ha parlato in modo molto schietto. Ha espressamente rappresentato che è necessario riscrivere le regole in base alle quali il Mondo dovrà funzionare. I Ministri finanziari ed i Banchieri centrali delle venti maggiori economie, presenti al G 20, ne hanno preso atto. L’incontro si è concluso con una caduta di interessi sui temi del “libero commercio” che ha pochi precedenti nella storia. Si voleva trovare un accordo su questioni di particolare importanza mondiale per poi riscriverle in un comunicato finale che avrebbe vincolato politicamente i Paesi presenti.

E’ da dire che in passato il G 20 si è sempre concluso con un comunicato che ha sottolineato l’importanza della libertà del Commercio nella crescita economica. Nella ultima riunione gli USA hanno preteso che tale definizione fosse esclusa in quanto Trump sostiene che il libero scambio ha svantaggiato l’America.

Ministri e Banchieri hanno trovato il modo per rappezzare la “falla” e nel comunicato finale si è scritto che “si sta lavorando per rafforzare il contributo del commercio alle nostre economie e che ci si batte per ridurre gli sbilanci delle economie globali”.

L’insoddisfazione, USA esclusi, era generale. Gli Stati Uniti di oggi non sono più quelli di ieri. Nel comunicato finale inoltre è stato escluso ogni riferimento all’impegno di realizzare gli obiettivi dell’accordo sui cambiamenti climatici di Parigi. Alla fine dell’incontro si è capito quanto sarà difficile, da oggi in poi, dare un minimo di governance al mondo.

La nuova politica USA voluta da Trump è attualmente materia di studio in Cina. Il Continente giallo recentemente ha convocato esperti stranieri per farsi spiegare chi è l’uomo Trump. In patria a Trump è stato dato del fascista, del populista. I cinesi a tutt’oggi non lo prendono sul serio. Capiscono che se fosse populista fermerebbe la globalizzazione ed interverrebbe sull’immigrazione. Il G20 recente dimostra che l’azione che imprime Trump agli USA è caratterizzata dal suo populismo. E’ contro la globalizzazione, è contro l’immigrazione, è contro l’assistenza sanitaria, ma sta dimostrando di essere un populista debole in quanto, sul fronte dell’immigrazione, sta perdendo nei Tribunali ed incontra forti difficoltà nel Congresso con l’assistenza sanitaria.

 

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E’ poi difficile essere isolazionista se si è Presidente degli Stati Uniti d’America. Può essere Trump non interessato al Mondo, ma sarà il Mondo che si interessa agli Stati Uniti.

E’ certo che la politica USA voluta da Trump non solo farà male ai cittadini USA, ma avrà ricadute negative sul mondo ed in particolare sull’Europa per i legami che hanno sempre unito le popolazioni che hanno vissuto e vivono di qua e di la dell’Atlantico e per le culture che li hanno sempre legate.

E’ preoccupante che con Trump negli USA governa la Finanza, lasciando da parte la politica che dovrebbe essere invece la vera protagonista, mandando così al macero, in concreto, i portanti principi riportati sulla loro Carta dei Diritti, che ha come protagonista l’uomo e le sue libertà che sono al di sopra di tutte le convenienze finanziarie dei “pochi”. Quanto costerà ai cittadini degli Stati Uniti d’America non avere avuto un nuovo John Fitzgerald Kennedy come loro Presidente?