Già con l’elezione del Presidente della Repubblica potrebbero materializzarsi nuove alleanze

È un fatto incontestabile che con le recenti elezioni il Centrosinistra ha conquistato prima Milano, Bologna e Napoli ed al secondo turno Roma e Torino, così come è evidente la sconfitta del Centrodestra che ha mantenuto solo Trieste vincendo in Calabria.

E’ comunque da tenere in debito conto il forte astensionismo che si è registrato che dovrebbe suonare come campanello d’allarme per l’intero sistema politico nostrano.

Con il recente voto sembra si sia aperta una nuova fase politica i cui effetti si cominceranno ad intravvedere con la prossima elezione del Presidente della Repubblica.

Inoltre, già da quel momento, si potrà capire se l’attuale Presidente del Consiglio, Mario Draghi, potrà mettere in sicurezza, nel modo dovuto, gli aiuti europei senza essere boicottato dai partiti che, dopo le ultime elezioni, saranno certamente a caccia di rivincite.

L’esito elettorale recente ha messo in evidenza come il popolo italiano, con il suo comportamento, si è dimostrato essere più avanti dei nostri partiti.

Il Centrodestra, per la sua rissosità dimostrata e per una sua certa divisione al proprio interno, ha pagato il caro prezzo per la sconfitta subita.

Non essere riusciti a portare gli elettori alle urne non può che essere responsabilità dei partiti ed il fatto presenta tutta la sua gravità per tanti aspetti. Infatti, una cosa è rimodellare le alleanze da una base di consenso vincente, altra ripartire da una sconfitta bruciante.

Nel Centrodestra è emersa sempre più forte una difficoltà in quanto è mancato qualche importante cromosoma europeista che non ha permesso e non permette di compiere un ripensamento della propria collocazione europea, rimanendo ancorati Lega e Fratelli d’Italia in un arcipelago populista ed aggressivo, destinato all’isolamento. E per di più la Lega e Forza Italia sono al Governo mentre Fratelli d’Italia all’Opposizione. Risulta evidente la difficoltà della Lega di fare scelte chiare tra l’appartenenza alla coalizione di Draghi ed il richiamo da parte dell’estremismo di  Meloni. Tale schieramento, inoltre, si è dovuto rivolgere all’esterno per trovare candidati perché all’interno evidentemente non erano riusciti a formare una classe dirigente.

Da parte di tale coalizione e del Movimento 5 Stelle è emersa una fragilità e l’incapacità di proporre una vera e propria offerta politica. Inoltre, per quanto concerne il Movimento 5 Stelle, è risultata palpabile l’incertezza sulla tenuta della leadership di Conte e del suo nuovo corso e sono evidenti le pressioni che puntano all’archiviazione dell’asse con il PD.

L’esito elettorale ha messo in evidenza che il Centrodestra è risultato meno attrezzato del Centrosinistra a comprendere quanto sta concretamente succedendo nel Paese. Non è sufficiente a parole definirsi maggioranza politica in Italia se poi non si è in grado di esprimerla e di mostrare senso di responsabilità e capacità di Governo. Così facendo si rischia di trasformare l’astensionismo in rabbia, illudendosi stoltamente di cavalcarla a proprio vantaggio, rovinando invece il Paese.

di Salvatore Randazzo